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Nelle presunte “nuove regole” di ‘ndrangheta, ovvero che chi è stato detenuto ha “diritto” a un contributo extra, il pentito Francesco Greco, menzionando le vittime del clan, parla anche dell’assessore del comune di Cosenza Francesco De Cicco. Un nome già comparso in uno dei precedenti verbali di Roberto Porcaro, prima che l’ex “reggente” della cosca “Lanzino-Patitucci” di Cosenza, decidesse di fare un passo indietro, pentendosi di essersi pentito.
De Cicco era presente nell’ordinanza cautelare di “Reset“, essendo stato accusato dalla Dda di Catanzaro di far parte di una presunta associazione a delinquere dedita al gioco d’azzardo, denominata “Gaming“, nonché di essere un presunto “prestanome” di Mario Piromallo, ritenuto dalla Dda di Catanzaro uno degli esponenti di spicco della ‘ndrangheta cosentina. Accuse che, dal punto di vista cautelare, non hanno retto nei vari gradi di giudizio, in quanto prima la Cassazione e poi il Riesame di Catanzaro hanno rivalutato le contestazioni contro il politico di via Popilia, giungendo (almeno per ora) a una conclusione diversa rispetto al teorema accusatorio.

Dai verbali di Francesco Greco, nella parte in cui si parla di “una vera e propria richiesta estorsiva“, il collaboratore di giustizia riferisce che «mi recai dall’assessore Francesco De Cicco, sempre chiedendo, a nome di Roberto Porcaro, un contributo di 2500 euro per la detenzione sofferta da questi. Dopo qualche giorno – sostiene l’ex imbianchino – l’assessore mi consegnò la somma che io consegnai direttamente nelle mani di Roberto Porcaro, riferendogli che De Cicco si era comportato bene nel corrispondere la somma senza batter ciglio».
Greco a seguire richiama una presunta frase di Porcaro che si aggancerebbe alla vicenda del circolo “Popily Street”. «A quella mia esternazione, Roberto Porcaro mi ribatteva che, in realtà, quei 2500 euro non significavano quasi nulla atteso che De Cicco era in debito nei suoi confronti e di Mario Piromallo di una somma di circa 100mila euro, derivante dagli investimenti che Porcaro e Piromallo avevano fatto insieme a De Cicco nell’attività del “Popily Street“».
La presunta richiesta estorsiva ai danni di De Cicco non sarebbe stata presa di buon grado da Piromallo. Greco sul punto spiega che «vi era stato il disappunto di Mario Piromallo, il quale aveva interesse a difendere De Cicco poiché quest’ultimo, anche nella qualità di assessore, aveva agevolato Piromallo nella concessione dei campetti di calcio di via Popilia affidati» al figlio di Mario Piromallo.