«Era arrivata una ‘mbasciata: il figlio di Silvio Berlusconi non si doveva toccare». A raccontarlo nel corso di un’udienza di ‘Ndrangheta stragista, il processo in corso a Reggio Calabria, è stato Nino Fiume, uno dei più importanti collaboratori di giustizia. Racconta un aneddoto sfuggito alle cronache giudiziarie, ma di straordinario impatto, che richiama due eminenze della ‘ndrangheta: Peppe Morabito e Mico Papalia. Sarebbero stati proprio loro a ricevere l’ordine: il figlio di Berlusconi non doveva essere sequestrato. 

«I palermitani – racconta Fiume al pm Lombardo – erano andati ad Africo e Peppe Morabito “Il Tiradirittu” si era assunto la responsabilità perché i palermitani dicevano che gli fa dei regali, di non sequestrarlo perché era un periodo che i sequestri c’era chi li voleva fare e chi no e Antonio Papalia l’aveva passata per novità questo discorso che il figlio di Berlusconi non si doveva toccare». (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)