Dopo Marcello Manna, davanti al Riesame di Catanzaro si è presentato l’imprenditore Massimino Aceto, coinvolto nell’inchiesta della procura di Cosenza sul comune di Rende. Aceto, difeso dagli avvocati Antonio Quintieri e Gianluca Garritano, ha confermato la sua estraneità ai fatti contestati, ribadendo, com’era già successo davanti al gip di Cosenza, Piero Santese, di non aver mai ricevuto alcun favore da parte dell’amministrazione comunale guidata da Marcello Manna.

Aceto, con il sindaco sospeso, ha in comune alcuni capi d’imputazione, tra cui quello della presunta corruzione, reato già caduto in favore di Manna e che, quindi, potrebbe avere lo stesso epilogo anche per l’imprenditore. Aceto, in aggiunta a ciò, risponde anche di altri reati (presunta corruzione con due uomini della Guardia di Finanza, vari presunti falsi e turbative d’asta) che hanno portato il gip Santese ad applicare allo stesso la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Aceto aveva spiegato che la società di cui si parla nell’ordinanza di custodia cautelare, quella riferita a Marcello Manna, sarebbe stata avviata nel 2006, ma dal 2009 in poi sarebbe rimasta inattiva, con l’uscita dell’avvocato penalista dalla compagine societaria prima che quest’ultimo diventasse primo cittadino rendese. La decisione è attesa nelle prossime ore.