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Sono otto le misure cautelari emesse dal Gip del tribunale di Cosenza su richiesta della Procura ed eseguite alle prime luci dell’alba dalla squadra mobile nell’ambito di una operazione di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. Per sei soggetti sono scattati gli arresti domiciliari, per altri due il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Almeno uno dei provvedimenti è stato notificato in carcere a persona già detenuta per altri procedimenti pendenti. Le attività investigative condotte dalle forze dell’ordine hanno consentito di ricostruire diverse cessioni di droga, anche a giovanissimi assuntori segnalati alla Prefettura. Durante le indagini inoltre, sono stati sequestrati 30 chili di hashish, tre chili di marijuana e circa 400 grammi di cocaina oltre a una pistola con matricola abrasa.
«L’azione della Procura della Repubblica e quella degli investigatori è particolarmente indirizzata verso il contrasto al traffico delle sostanze stupefacenti – ha detto al nostro network il Procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla -. È un ambito illecito che peraltro interessa, come già più volte evidenziato – ha aggiunto il procuratore – vari strati della popolazione e anche soggetti che presentano delle fragilità. Si abbassa sempre di più l’età dei consumatori di droghe e contestualmente si abbassa anche l’età dei soggetti che operano nel traffico degli stupefacenti. Questo quadro ovviamente, è estremamente inquietante e comporta da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine, un’azione ancora più rigorosa ed incisiva».
Sulle ordinanze restrittive Capomolla ha inoltre precisato che riguardano «la città capoluogo ed anche contesti limitrofi come Castrolibero e Marano Principato. Ci sono soggetti già attenzionati e che tendono ad esercitare un’attività di controllo abbastanza capillare che concerne pure azioni punitive nei confronti di quei soggetti che si discostano dalle regole – ha affermato ancora Capomolla –. Da qui anche la contestazione del reato di estorsione». Sulle modalità di approvvigionamento, il magistrato ha parlato di canali «collaudati e di vari territori di rifornimento su cui è concentrata l’attenzione delle procure competenti».