Antonio Iannotti , conosciuto come Tonino, 56 anni, e il fratello Fabio, Iannotti , 48, entrambi di Praia a Mare , sono stati assolti in primo grado di giudizio dal tribunale di Lagonegro nell'ambito del processo relativo all'inchiesta della Dia di Potenza " Febbre dell'oro nero ". Secondo i giudici potentini, «il fatto non sussiste». Per la cronaca, il giudice Nicola Morrone ha invece emesso sentenze di condanna per oltre 30 imputati del processo.

L'inchiesta

All'alba dell'aprile 2021, oltre 400 uomini delle forze dell'ordine hanno eseguito decine di misure cautelari nei confronti di 45 soggetti in tutto il sud Italia. Secondo la Dia di Potenza, che ha coordinato le indagini, esisteva un'associazione a delinquere dedita, a vario titolo, al riciclaggio, all'autoriciclaggio, all'impiego di denaro di provenienza illecita e all'intestazione fittizia di beni e società, tutto finalizzato al contrabbando di idrocardburi , con grave danno per le casse dello Stato. Delle 45 persone attinte all'epoca da misure cautelari, alcune finirono in carcere, altre ai domiciliari. Tra questi ultimi, c'erano anche i fratelli Iannotti. Ma ora i giudici di Lagonegro hanno stabilito che i due praiesi siano del tutto estranei alla vicenda , smentendo la richiesta del pm della procura antimafia di Potenza, Vincenzo Montemurro , che alla vigilia della sentenza aveva chiesto per i due imputati tre anni di carcere.

La soddisfazione per la soluzione

All'epoca dei fatti, Fabio e Tonino Iannotti furono ristretti alla detenzione domiciliare per circa tre mesi, ma i due si professarono innocenti dal primo istante. I loro avvocati, rispettivamente Giuseppe Bello e Giuseppe Fortunato , del foro di Paola, li hanno quindi affiancati nel corso del processo dimostrando la loro estraneità ai fatti. «Esprimo grande soddisfazione per l'esito favorevole del giudizio – dichiara l'avvocato Fortunato -, che ha riconosciuto l'innocenza del mio assistito e che lo ripaga, in parte, dei quasi tre mesi di arresti domiciliari».