Nell’ambito del processo Reset, la difesa di Munno Pino ha sollevato diverse critiche alla requisitoria del pubblico ministero nel processo per scambio elettorale politico mafioso.

Secondo la difesa, Munno è accusato di due capi d’imputazione, ma nel capo 171 non viene mai citato nella descrizione dei fatti e manca la condotta contestata.

La difesa contesta la metodologia delle indagini

La difesa, rappresentata dall’avvocato Gianluca Garritano, ha inoltre contestato la metodologia delle indagini, sostenendo che non sono state trascritte conversazioni rilevanti e favorevoli alla posizione di Munno. In particolare, è stata segnalata una conversazione in cui emerge che il Massimo D’Ambrosio sarebbe stato minacciato per aver votato Munno e Manna.

La difesa chiede la piena assoluzione

La difesa ha inoltre evidenziato che alcune intercettazioni citate dall’accusa non esistono e ha segnalato ulteriori elementi che dimostrerebbero l’insussistenza degli elementi richiesti dalla norma contestata. La difesa ha concluso chiedendo la piena assoluzione di Munno dai fatti contestati, sostenendo che si è trattata di una regolare campagna elettorale senza alcuna metodologia mafiosa.