È ripreso il processo “Valle dell’Esaro“, l’inchiesta della Dda di Catanzaro sulla presunta associazione dedita al narcotraffico con base operativa a Roggiano Gravina, luogo di residenza di Antonio Presta, principale imputato, e Roberto Presta, oggi collaboratore di giustizia. Davanti al collegio giudicante (presidente Carmen Ciarcia; giudici a latere Urania Granata e Francesca Familiari), il pubblico ministero Alessandro Riello, ha esaminato altri testi di polizia giudiziaria, che hanno condotto le indagini preliminari per la Questura di Cosenza. Dal riconoscimento delle voci ai pedinamenti: un’attività da svolgere per provare l’esistenza dell’articolo 74 in tema di sostanze stupefacenti.

I difensori, tuttavia, hanno contestato alcuni schemi riassuntivi riconducibili all’attività di ascolto e pedinamento, ritenendo che il documento dovesse essere asettico, senza riferimenti diretti sulle indagini svolte dagli investigatori. Inoltre, la difesa di Antonio Presta ha chiesto al tribunale collegiale di Cosenza la modifica della misura cautelare, in quanto il suo stato di salute sarebbe incompatibile con il regime carcerario. La Dda di Catanzaro si è riservata di esprimere il suo parere. Poi toccherà ai giudici decidere se accogliere o meno la richiesta degli avvocati Lucio Esbardo e Franco Locco.

Infine, nell’udienza del 31 marzo 2022, il pm Riello sentirà i collaboratori di giustizia Francesco Amodio, Angelo Colosso e Franco Bruzzese. I primi due sono ex esponenti del clan “Lanzino” di Cosenza, mentre il terzo è l’ex capo società della cosca “Rango-zingari” di Cosenza.