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«Vergogna a Soverato Marina. Una ragazza chiede di essere pagata e viene presa a calci». È il post che accompagna il video pubblicato dalla pagina Facebook “Il pagamento? Poi vediamo – Osservatorio sullo sfruttamento in Calabria” in cui si vede una lavoratrice straniera che chiede di essere pagata per il suo lavoro e per tutta risposta viene aggredita da quello che dovrebbe essere il suo datore di lavoro. In un commento a corredo del video l’associazione riferisce pure che la donna è stata poi trasportata in pronto soccorso per le lesioni subite. La scena ripresa dalla stessa dipendente del locale e poi pubblicata sui social in un video che è già diventato virale.
«Dove sono i miei soldi?» chiede la giovane. «Non ti preoccupare, ci sono gli avvocati e adesso arrivano i carabinieri» – risponde l’uomo. «Io non vado via», afferma poi la lavoratrice. «Questa è casa mia», è la replica del proprietario. Poi, probabilmente l’uomo si accorge del video trasmesso sui social e inizia a picchiare la giovane.
La denuncia della Filcams Cgil Calabria
«Una lavoratrice straniera che chiede di essere pagata per il suo lavoro e che per tutta risposta si prende le mazzate e le urla in faccia di chi pensa di avere diritto di aggredirla e scacciarla perché quella “è casa sua”» – scrive in una nota il sindacato Filcams Cgil Calabria
«Più precisamente l’imprenditore ha usato il dialetto calabrese, affinché quella donna di un altro colore e di un altro Paese, avesse chiaro il senso delle parole. Quello che a noi pare chiamo è che questo episodio – che purtroppo episodio non è vista deregulation diffusa nel settore Turistico – è frutto di una cultura del disprezzo di ciò che è pubblico, delle leggi e dei contratti di lavoro. Questa situazione ha dei responsabili, naturalmente, poiché nonostante le denunce continue e gli appelli rivolti a politica ed Istituzioni, agli allarmi ed alla vertenza Nazionale e Regionale sul Turismo chi deve occuparsi di far rispettare le regole, si gira sempre da qualche altra parte.
È indecente vivere in un Paese dove chi lavora subisce ancora certi trattamenti, mentre chi utilizza il suolo Pubblico in concessione fa il Padrone e Sotto perché pensa che quel Bene Comune è un suo diritto a prescindere o meno dal rispetto delle regole, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dello Stato.
La Calabria ed il Turismo non decolleranno mai se la sua economia continuerà ad essere fondata sul lavoro nero, su imprenditori casalinghi che non pagano le tasse e non rispettano i contratti di lavoro. La mobilitazione in atto nel settore del Turismo ha come slogan SottoSopra, perché c’è una cultura che disprezza ogni regola ed ogni diritto che va completamente ribaltata.
La FILCAMS CGIL Calabria sta cercando di contattare questa lavoratrice alla quale va la nostra più completa e totale solidarietà, per chiederLe il mandato a rappresentarla ed assisterla in tutte le sedi per ottenere ciò che le spetta. A lei dovranno essere riconosciuti tutti i suoi diritti calpestati da gente che non merita di occupare un bene pubblico, di calpestare, come ha fatto la nostra Terra ed i nostri valori».