La Sibaritide è da sempre un territorio dove la criminalità organizzata esercita un peso significativo. Le più recenti operazioni di polizia giudiziaria hannoa inferto senza dubbio un duro colpo alle cosche di 'ndrangheta attive tra Cassano all'Ionio e Corigliano Rossano, i due centri più popolosi e costantemente attenti dalle forze dell'ordine. I provvedimenti cautelari hanno disarticolato gli assetti tradizionali dei clan, e questo potrebbe aver favorito la nascita di una cosiddetta “ criminalità liquida ”: soggetti che agiscono in modo individuale, spesso non ancora noti alle forze di polizia, ai carabinieri o alla guardia di finanza.

La sparatoria avvenuta a Rossano sembra inserirsi proprio in questa nuova dinamica. Ed è qui che lo Stato fa sentire con forza la propria presenza. In poche ore, la procura di Castrovillari - grazie a un'azione congiunta dell'Arma dei carabinieri e della Polizia di Stato - è riuscita ad individuare e fermare i presunti responsabili. Oggi, nel tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto , si terranno gli interrogatori di garanzia dei tre fermati. Sarà poi il giudice per le indagini preliminari a decidere se convalidare i fermi e trasformarli in misure cautelari.

Ci si fermerà qui, a questo solo filone investigativo? La risposta è quasi scontata: assolutamente no. L'area urbana di Corigliano Rossano, oggi in stretta connessione con quella di Cassano all'Ionio, e con solidi legami con la “mamma 'ndrangheta” di Cirò Marina , si è purtroppo distinta negli ultimi anni per altri episodi di violenza. Alcuni possono essere letti come azioni isolate riconducibili alla criminalità liquida, altri invece appaiono come chiari tentativi di riaffermare il controllo del territorio attraverso la forza intimidatrice. Episodi che difficilmente saranno sfuggiti agli occhi degli investigatori e che, anzi, potrebbero aver già aperto nuovi capitoli d'indagine in un'area tristemente segnata da delitti eccellenti di stampo mafioso.

Del resto, le fibrillazioni interne al tessuto criminale di Corigliano, Rossano e Cassano erano state ben presentate anni fa in una relazione della Direzione Nazionale Antimafia illustrata in Parlamento, ben prima che la 'ndrangheta decidesse di eliminare un boss storico come Leonardo Portoraro .

Lo Stato – inteso, questa volta, nella sua componente giudiziaria – ha dimostrato di che pasta è fatto quando le forze di polizia operano in sinergia. Lo dimostrano le inchieste più recenti condotte nella provincia di Cosenza: da quelle contro le cosche bruzie a quelle che hanno interessato il Tirreno, fino ad arrivare ai clan di Cassano all'Ionio. Chi è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini e a contrastare le organizzazioni criminali sa bene quali strategie mettere in campo per ripristinare la vivibilità alle città. Ma tutto ciò non può limitarsi all'azione repressiva. Serve un salto di qualità anche sul piano sociale e culturale. Perché l'omertà e l'assoggettamento non aiutano lo Stato a sconfiggere il Male.