Si è chiuso dopo oltre quattordici anni il processo di primo grado per l’associazione finalizzata al narcotraffico tra l’area nord di Napoli, la Calabria (in particolare la provincia di Cosenza) e la Sicilia. Una vicenda giudiziaria iniziata nel 2011, caratterizzata da continui trasferimenti di competenza: il procedimento, nato a Napoli, era stato spostato a Catanzaro, dove la Corte d’Assise sollevò un conflitto di competenza poi accolto dalla Cassazione, che stabilì il ritorno definitivo del processo nel capoluogo partenopeo. Alla sbarra 26 imputati, tra cui Filippo Nuvoletta, ritenuto elemento di spicco dell’omonima famiglia camorristica di Marano.

La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Napoli – Prima Sezione Penale, Collegio A, presieduto dal presidente Maurizio Conte, con a latere i giudici Antonia Napolitano Tafuri e Federico Somma.

Le decisioni del Tribunale collegiale

In apertura di dispositivo, il collegio ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Giuseppe Di Napoli per i reati di cui ai capi 1 e 45, per sopravvenuta morte dell’imputato.

Successivamente, il Tribunale ha assolto dall’associazione finalizzata al narcotraffico (capo 1), perché il fatto non è stato commesso, i seguenti imputati:

  • Antonello Arminante
  • Antonio Casella
  • Biagio Casella
  • Luigi Coppola
  • Giuseppe D’Anna
  • Giovanni De Padova
  • Raffaele Di Maro
  • Gianluca Gala
  • Giuseppe Granata
  • Giacomo Maisto
  • Angelo Manco
  • Rocco Mugnolo
  • Giovanni Novelli
  • Filippo Nuvoletta
  • Francesco Passero
  • Radames Perillo
  • Antonio Piscitelli
  • Luigi Praino
  • Espedito Velardi
  • Said Wahbi
  • Antonino Zagone

È stato inoltre dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione sul capo 45 nei confronti di Filippo Nuvoletta, Raffaele Di Maro, Giuseppe Granata, Radames Perillo e Angelo Manco.

Le condanne

Il Tribunale ha invece riconosciuto la responsabilità di cinque imputati per il capo 1, escludendo le aggravanti di cui agli artt. 74 comma 3 e 80 comma 2 del d.P.R. 309/90. Si tratta di:

  • Ivan Rino Bonaccorso – condannato a 21 anni di reclusione, tenuto conto della recidiva
  • Genna Caponetto – condannato a 6 anni e 8 mesi (riconosciute le attenuanti generiche ed esclusa la recidiva)
  • Giuseppe Di Costanzo – condannato a 10 anni di reclusione
  • Salvatore Zagone – condannato a 11 anni di reclusione

I quattro imputati sono stati inoltre condannati al pagamento delle spese processuali e colpiti dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dall’interdizione legale per tutta la durata della pena. Il Tribunale ha anche disposto la confisca e distruzione di quanto ancora eventualmente in sequestro. La motivazione sarà depositata entro novanta giorni. 

Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Fabio Greco, Luca Gili, Antonio Cavallo, Emilia Granata e Francesco Gelsomino.