Gli studenti universitari lanciano un nuovo allarme: il caro affitti ha raggiunto livelli insostenibili. A denunciarlo è l’Udu, l’Unione degli universitari, secondo cui nel 2025 il costo medio di una stanza singola è passato da 461 a 613 euro al mese. Un aumento di 152 euro in soli dodici mesi, che gli studenti definiscono “pura speculazione resa possibile dall’assenza di politiche abitative”.

Studiare sta diventando un lusso, e il Governo non può continuare a ignorare un problema così ingombrante – afferma il coordinatore nazionale Alessandro Bruscella –. Si voltano le spalle agli studenti e si preferisce investire in opere di propaganda piuttosto che affrontare i problemi reali del Paese”.

Milano la più cara, ma i rincari più forti sono altrove

Il primato resta a Milano, dove per una singola servono in media 732 euro al mese. Seguono Bologna (632), Firenze (606) e Roma (575). Ma i rincari più drammatici non riguardano le grandi città: a Trento i prezzi sono passati da 381 a 544 euro (+163), a Modena da 385 a 506 (+121), a Brescia da 399 a 519 (+120).

L’accusa al Governo e al Pnrr

Secondo l’Udu, la situazione è aggravata dalla gestione dei fondi del Pnrr: “Il Governo li ha sprecati in studentati privati di lusso, inutili per la maggior parte degli studenti. Lo avevamo detto: è tutto sbagliato. Intanto il ministro Salvini ignora l’emergenza e si concentra sul Ponte sullo Stretto, mentre le città universitarie affondano sotto il peso degli affitti”.

Per l’Udu, senza una strategia nazionale per la residenzialità studentesca, il diritto allo studio rischia di diventare privilegio per pochi.