Dal 1° gennaio 2025 è cambiato radicalmente la gestione delle cartelle esattoriali. Con il nuovo meccanismo di “discarico automatico”, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà restituire d’ufficio all’ente creditore i debiti non riscossi entro cinque anni, che in molti casi potranno essere cancellati definitivamente. Un passo atteso, pensato per alleggerire l’enorme “magazzino” della riscossione, che oggi conta oltre 1.272 miliardi di arretrati, di cui circa un terzo considerati inesigibili.

Che cos’è il discarico automatico

Il discarico è la restituzione all’ente creditore dei ruoli non riscossi entro un determinato periodo. Dal 2025 diventa automatico: trascorsi cinque anni dall’affidamento del debito all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER), se l’importo non è stato incassato, l’ente riceverà indietro la cartella.

Facciamo un esempio: una cartella affidata a marzo 2025 sarà discaricata nel 2031, salvo procedure esecutive in corso o cause di sospensione. A quel punto, l’ente potrà decidere se annullare il credito (in caso di importi minimi o debitori nullatenenti), tentare una riscossione autonoma oppure riaffidarlo ad AdER se emergono nuovi elementi patrimoniali o reddituali del contribuente.

Non è un condono

Il discarico non estingue automaticamente il debito. Significa che la cartella viene eliminata dagli archivi dell’agente della riscossione, ma il credito rimane “vivo” fino a prescrizione o annullamento deciso dall’ente. Non si tratta quindi di una nuova “rottamazione” o di un condono fiscale generalizzato, ma di una manutenzione ordinata dell’enorme archivio dei ruoli. Per molti contribuenti, tuttavia, potrà tradursi nella fine concreta di vecchi debiti ormai irrecuperabili.

Il discarico si applicherà a tutti i carichi affidati dal 1° gennaio 2025, e coinvolgerà: tributi erariali (Irpef, Ires, Iva): soggetti al termine quinquennale per la restituzione; tributi locali e contributi previdenziali: spesso già prescritti in cinque anni, quindi potenzialmente estinti prima ancora del discarico; sanzioni amministrative: comprese multe stradali, con prescrizione quinquennale dal titolo esecutivo.

Saranno invece esclusi:

  • i crediti Ue (dazi, IVA all’importazione),
  • i recuperi di aiuti di Stato,
  • i danni erariali accertati dalla Corte dei Conti.

Quando scatta e quando no

Il quinquennio decorre dall’anno successivo all’affidamento e si sospende se: è in corso un pignoramento o una procedura concorsuale; il debitore ha ottenuto una rateizzazione pluriennale; è attiva una definizione agevolata (rottamazione o saldo e stralcio).

In caso di fallimento del debitore o inesigibilità manifesta, AdER potrà procedere al discarico anticipato prima dei cinque anni, trasmettendo all’ente una relazione motivata.

Rateizzazioni più lunghe e accessibili

La riforma introduce anche un ampliamento dei piani di rateazione. Dal 2025 si può pagare fino a 84 rate mensili, che diventeranno 96 dal 2027 e 108 dal 2029, con possibilità di arrivare fino a 120 rate in caso di comprovata difficoltà economica. Un’ancora concreta per chi vuole regolarizzare la propria posizione, evitando nuove sanzioni e interessi.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Corte dei Conti controlleranno le procedure di discarico e di eventuale negligenza dell’agente della riscossione. In caso di omissioni o ritardi, l’Agenzia potrà essere sanzionata fino a un ottavo dell’importo del credito, o a un terzo nei casi più gravi. Parallelamente, una Commissione tecnica MEF–Corte dei Conti avrà il compito di smaltire le vecchie cartelle 2000-2024 entro tappe precise: 2025, 2027 e 2031. 

Cartella Irpef 2025: se non riscossa entro il 2030, verrà discaricata nel 2031 e restituita all’Agenzia delle Entrate, che potrà annullarla o tentare un nuovo recupero. Contributi Inps rateizzati: in caso di piano decennale, il discarico scatterà solo dopo la fine della rateazione. Multa stradale: non pagata entro cinque anni, tornerà al Comune che potrà decidere se annullarla o tentare la riscossione diretta.

Il discarico automatico quinquennale è una piccola rivoluzione nella riscossione italiana: meno burocrazia, più trasparenza e la possibilità concreta, per molti cittadini, di vedere cancellati debiti ormai inesigibili. Non è un condono, ma una pulizia strutturale del sistema che potrebbe aprire la strada, nei prossimi anni, a una vera riforma organica del fisco e della riscossione.