Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore alcune importanti novità introdotte dalla legge 106 del 18 luglio 2024, che modifica la storica Legge 104 del 1992 in materia di permessi e congedi per le persone con disabilità o affette da patologie gravi. L’obiettivo è rafforzare i diritti dei lavoratori che convivono con malattie croniche, oncologiche o invalidanti, garantendo una maggiore tutela della salute e del posto di lavoro.

Il principale cambiamento riguarda l’introduzione di 10 ore aggiuntive di permessi retribuiti all’anno per effettuare visite mediche, esami, analisi o terapie. Queste ore si aggiungono ai tre giorni mensili già previsti dalla Legge 104 e saranno retribuite come una normale giornata di malattia. Possono beneficiarne i lavoratori pubblici e privati affetti da malattie oncologiche in fase attiva o in follow-up precoce, da malattie croniche o invalidanti con invalidità pari o superiore al 74%, oppure coloro che hanno figli minorenni nelle stesse condizioni. Per usufruire dei permessi sarà necessaria la prescrizione di un medico, e l’indennità sarà erogata dal datore di lavoro e poi rimborsata dall’INPS.

La riforma conferma inoltre la possibilità di usufruire di un congedo straordinario fino a 24 mesi, frazionabile anche in giorni. Durante questo periodo, il lavoratore mantiene il diritto al posto di lavoro ma non percepisce alcuna retribuzione e non matura ferie, tredicesima o TFR. Terminato il congedo, chi rientra può chiedere di lavorare in smart working prioritario, se compatibile con la mansione, senza subire demansionamenti.

Anche i lavoratori autonomi potranno sospendere l’attività per motivi di salute fino a 300 giorni l’anno, presentando una certificazione medica che sarà inserita automaticamente nel fascicolo sanitario elettronico.

Cosa cambia rispetto a prima

Fino al 2025, la Legge 104 riconosceva ai lavoratori con disabilità solo i tre giorni mensili di permesso retribuito, senza ulteriori ore per visite o terapie personali. Inoltre, il congedo straordinario fino a 24 mesi era riservato esclusivamente ai familiari che assistevano persone con handicap grave, non ai lavoratori direttamente affetti da patologie oncologiche o invalidanti. Con la nuova legge 106, invece, il diritto si estende anche ai pazienti stessi, ampliando il perimetro della tutela. Le nuove norme introducono quindi più flessibilità, una protezione maggiore per chi si ammala e un riconoscimento concreto del diritto a curarsi senza perdere il lavoro.