Un inizio d’estate promettente, seguito da un calo di presenze e consumi negli stabilimenti balneari. A fornire un primo bilancio dell’andamento della stagione è il sindacato italiano dei balneari che parla di una brusca inversione di tendenza tra giugno e luglio.

A luglio una contrazione significativa che ha colpito anche la Calabria, con una riduzione di presenze e di consumi del 25%. Il calo è stato registrato in tutta Italia, circostanza che ha dato la stura a polemiche. Gli stabilimenti balneari accusati di imporre tariffe elevate ma per la Filcams Cgil ad incidere è anche il progressivo impoverimento della popolazione che non arriva più a fine mese.

«Questi dati confermano una condizione che noi denunciamo da tempo, le persone sono più povere e quindi le ferie diventano un miraggio e questo si ripercuote inevitabilmente sull’economia» – spiega Giuseppe Valentino, segretario Filcams Cgil Calabria.

Il calo di presenze e consumi nel mese di luglio ha innescato la polemica sull'aumento dei prezzi negli stabilimenti balneari. Per la Filcams Cgil incide anche il progressivo impoverimento della popolazione. La contrazione si ripercuote anche sui lavoratori stagionali che già lamentano da anni condizioni lavorative di sfruttamento e irregolarità.

Il sindacato da tempo ha avviato una campagna di ascolto all’interno degli stabilimenti balneari per recepire le istanze dei lavoratori. «In questo momento le persone stanno lavorando poco e ciò si ripercuote su un settore che già precario creando ulteriore instabilità. Il rischio per i lavoratori è di fare una stagione turistica al caldo, con grande sofferenza e poi di trovarti con un pugno di mosche in mano, senza soldi e senza garanzie di continuare il mese successivo perché intanto hanno modificato le leggi».

Il sindacalista aggiunge: «Hanno tolto la disoccupazione trasformandola in Naspi, le persone non riescono più a fare tre mesi di lavoro e poi godere dell’ammortizzatore sociale. Questo comporta chiaramente che le persone vogliono scappare, non vogliono lavorarci perché è faticoso e poco remunerativo».