Il Fatto Quotidiano questa mattina ha fotografato regione per regione la fase-2 in Italia. Le situazioni sono differenti a secondo della curva di contagio del Covid-19, ma da latitudine a latitudine cambia decisamente tanto. Anche come non ci si aspetterebbe, talvolta. Da nessuna parte sarà il “liberi tutti” che qualcuno auspicava. Resterà «il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine». Permane anche l’obbligo di motivare le uscite con l’autocertificazione perché «fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio». In tutta Italia riapriranno le fabbriche, i cantieri privati, il commercio all’ingrosso, i parchi e giardini pubblici. Ma molti governatori continuano a emanare ordinanze con regole ad hoc. 

Il Veneto corre forte e Zaia “riapre”

Zaia si basa sulla strategia dei tamponi di massa. Vorrebbe passare dagli 11-12 mila giornalieri di oggi ad almeno 30 mila entro settembre. Ad ogni modo già dal 27 aprile in Veneto le misure sono state allentate in tema di sport, passeggiate, cibi da aspetto e spostamenti per ragioni di manutenzione nelle seconde case. La fase-2, insomma, questa regione c’è già da un po’.

In Lombardia fase-2 test fondamentale per l’Italia

Da domani in Lombardia riapriranno i mercati all’aperto, studi professionali, cartolerie, librerie, fiorai. Sul fronte trasporti i mezzi Atm saranno potenziati e resi a numero chiuso con una capienza limitata al 25%. Qui come anche sulla metropolitana la distanza da tenere tra un passeggero e l’altro sarà disegnata sul pavimento. Create nuove piste ciclabili.

In Liguria come in Calabria. Regione contro il Governo e sindaci contro Toti

La Regione guidata da Giovanni Toti, come le altre governate dal centrodestra, si è sempre smarcata da Roma.  Sono autorizzate le pas- seggiate a cavallo, la pesca sportiva nelle acque interne e in mare, purché ci si mantenga lungo i moli. Consentite passeggiate, allenamento e addestramento di cavalli e cani. Un via libera che ha destato critiche: venerdì la Liguria ha contato 17 morti, prima in Italia per mortalità su centomila abitanti. Tanto che 81 sindaci hanno scritto a Toti invocando «cautela sul fronte sanitario».

Il Piemonte e il pericolo rebound

Il pericolo rebound, meglio detta ricaduta, dopo la progressiva riapertura è infatti probabilmente più alto in Piemonte che altrove. Apriranno comunque domani le grandi fabbriche, con 80 mila metalmeccanici attesi al lavoro, e si rimettono in moto il 50% i trasporti. Obbligo di mascherina in tutti i luoghi chiusi, si torna a passeggiare all’a- ria aperta, via libera alla ristorazione da asporto, ma Torino dovrà aspettare il 9 maggio.

De Luca, l’idolo del web che allenta le misure in Campania

Vincenzo De Luca si può considerare il leader maximo della pandemia sul web. Il governatore della Campania, con ironia tagliante, ha prodotto in serie video tanto esilaranti quanto incisivi. Il suo consenso è enorme. Nonostante avesse invocato lo stesso rigore anche nella fase-2, nella sua regione da domani ci sarà qualche apertura in più. Questo nonostante resti la quarantena per chi arriva da altre regioni.

Emilia Romagna e Marche, spiagge chiuse e poi arte oltre confine

Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha emesso un’ordinanza che consente di passeggiare anche lontani da casa. Questo purché non in spiaggia. Troppo alto il rischio che le persone si assembrino in riva al mare. Diversamente, nelle Marche Luca Ceriscioli ha invece firmato un’ordinanza che consente passeggiate individuali sulle spiagge della Regione. Il sindaco di Ancona, però, la pensa come Bonaccini ed ha chiuso tutto.

In Sicilia via ai rientri, ma con isolamento

Nello Musumeci ha dato il via libera alle seconde case e al rientro dalle altre Regioni, a patto che chi arrivi resti isolato per 15 giorni. In Sicilia sono questi i provvedimenti che maggiormente hanno fatto discutere sull’isola più grande del Mediterraneo. Sempre meno che dall’altra parte dello Stretto di Messina, dove i sindaci hanno sconfessato Jole Santelli dopo la famosa ordinanza di riapertura dei bar.