Dal 21 agosto Poste Italiane ha sospeso l’invio dei pacchi contenenti merci verso gli Stati Uniti, anche di piccolo valore. Alla base c’è la decisione dell’amministrazione Trump di applicare i dazi anche ai pacchi inferiori agli 800 euro, soglia che fino a oggi garantiva l’esenzione.

Lo stop, adottato in attesa che le nuove norme entrino in vigore il 29 agosto, è stato deciso da Poste Europe, il consorzio sovranazionale delle aziende postali, e riguarda anche Francia, Germania, Spagna e Repubblica Ceca.

Cosa cambia per gli utenti

Al momento resta possibile spedire solo: corrispondenza semplice, pacchi tramite il servizio “Poste Delivery International Express”, che prevede assistenza doganale e consegna con data certa.

Le nuove norme Usa permettono comunque l’invio di doni sotto i 100 dollari, ma non se contengono profumi, alcolici o tabacco. Ammessi invece libri e altri beni non soggetti a restrizioni.

L’impatto economico

Secondo Poste, l’impatto sui privati potrebbe essere contenuto (circa 2mila pacchi al mese inviati dall’Italia). Più pesante invece l’effetto per le piccole imprese che utilizzano e-commerce e spedizioni dirette.

La protesta dei consumatori

Le associazioni denunciano una situazione di «caos pacchi»: consumerismo parla di «uno dei primi effetti dei dazi Trump, negoziati malamente dall’Ue»; il Codacons chiede «un intervento urgente della Commissione europea per procedure omogenee e trasparenti»; Assoutenti avverte: «Milioni di pacchi, spesso di modesto valore, non possono restare ostaggio di incertezze normative e doganali. Rischiamo rincari pesanti per famiglie e piccole imprese».

Attesa per le nuove regole

La partita ora si gioca sulle modalità applicative. Poste Italiane e gli altri operatori europei attendono chiarimenti su documentazione e controlli doganali. Intanto, famiglie, studenti e aziende restano in sospeso, tra rincari possibili e spedizioni bloccate.