Era stato recluso l’11 agosto, per la prima volta nella sua vita. Nel pomeriggio di Ferragosto, un uomo di 53 anni si è tolto la vita nella casa circondariale di Benevento. A rendere pubblica la notizia sono stati i Radicali Italiani, che hanno rinnovato la richiesta al governo di introdurre «misure alternative alla detenzione» e di «limitare il carcere ai reati più gravi».

Il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha sottolineato come «ogni suicidio rappresenti un fallimento della giustizia e della politica», accusando quest’ultima di «abbandonare il personale penitenziario e i reclusi, ignorando le fragilità e rinunciando a un serio percorso di reinserimento».

In un comunicato firmato dal segretario nazionale Filippo Blengino, dal presidente Bruno Gambardella e dai componenti del Comitato Stefano Orlacchio e Paolo Cavallo, i Radicali Italiani puntano il dito contro il ministro Carlo Nordio e l’esecutivo, accusandoli di «negare la gravità della situazione» e di «rimandare interventi urgenti su strutture e organici». «Il carcere non è la risposta – affermano – La sicurezza si garantisce con percorsi alternativi e non trasformando le prigioni in discariche sociali. Quante vittime ancora saranno necessarie per ottenere giustizia invece che vendetta?», concludono.

L’appello della Camera Penale di Cosenza ai parlamentari: «Visitate il carcere»

Pochi giorni fa, la Camera Penale di Cosenza “Fausto Gullo” aveva invitato, per il prossimo 22 agosto, i parlamentari calabresi a visitare il carcere del capoluogo bruzio «per verificare in che condizioni vivono i nostri detenuti». Il presidente della Camera Penale, Roberto Le Pera, aveva ai nostri microfoni sottolineato come il sovraffollamento fosse «pari al 20% della capienza regolare». 

Ma quella della “Fausto Gullo” non è stata l’unica denuncia arrivata nel corso di quest’estate. Durante questa settimana il SINAPPE, Sindacato Nazionale Autonomo della Polizia Penitenziaria, aveva raccontato dell’ennesima aggressione all’interno del carcere di Paola nei confronti di alcuni agenti della casa circondariale. Una denuncia che si aggiunge alle altre arrivate da un anno e mezzo a oggi e che testimonia lo stato delle carceri calabresi. «Finché una parte di politica farà passare il concetto, ignorante e ignorantemente anticostituzionale, che le carceri sono una cloaca sociale – aveva dichiarato ancora Le Pera – allora i suicidi in carcere non saranno mai una notizia e le condizioni di queste persone non saranno mai d’alcun interesse»