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«Domanda di Rdc sospesa come previsto dall’art. 13 del DL 48/2023 conv. legge 85/2023. In attesa eventuale presa in carico da parte dei servizi». Questo il testo del messaggio inviato dall’Inps sui telefoni dei percettori di sussidio occupabili, tra i 18 e i 59 anni di età, esclusi figli minori e disabili. La comunicazione, nella sola città di Cosenza, è arrivata a 1.500 persone. La sospensione decorre da oggi.
Sindaco Franz Caruso, ha avuto modo di vedere il famoso sms?
Molto superficialmente perché, quando ho iniziato a farlo, ho avvertito subito un senso di grande disagio. Immagino cosa abbiano provato i destinatari nel leggere quel tipo di messaggio.
In verità, il conto alla rovescia è iniziato il primo gennaio 2023. Il Governo Meloni è stato chiaro sin da subito: non si può dire che si sia trattato di un fulmine a ciel sereno.
La contraddico. Non era mai stata anticipata una determinazione di questo genere, in questa fase poi, né eravamo stati avvisati. Non esagero se dico che la scelta ci ha disorientato.
In alcune città del Sud Italia, l’sms dell’Inps ha dato fuoco alle polveri. Napoli, Taranto, Palermo soltanto per fare alcuni esempi.
Ho temuto che la situazione potesse degenerare anche a Cosenza. Per fortuna, l’allarme è rientrato. Il giorno dell’avvenuta comunicazione, gli uffici Welfare di via degli Stadi sono stati presi d’assalto ma, nel giro di poche ore, è stata ripristinata una situazione di normalità. Per precauzione, al fine di tutelare l’incolumità dei dipendenti, ho comunque disposto l’impiego di una pattuglia della Polizia municipale davanti alla sede della cittadella del Volontariato.
Palazzo dei Bruzi invece non è presidiato.
Non ce n’è stato bisogno. Anche se, quanto successo vicino Palermo, dove un uomo è entrato in Comune e ha cosparso di benzina la stanza del sindaco, dimostra quanto noi primi cittadini siamo esposti in questo momento, senza avere responsabilità e poteri in questa materia.
Questo non le impedisce di avere una posizione precisa al riguardo.
Ho chiesto formalmente che il provvedimento venga sospeso e che si trovi il modo di dare risposte ai bisogni di questa povera gente che dal primo gennaio 2024 non avrà più neanche un centesimo.
Il procuratore Nicola Gratteri ha pubblicamente dichiarato che in tutte le inchieste condotte dalla Dda di Catanzaro, tra gli indagati, compaiono sempre percettori del reddito di cittadinanza. Non è tutta povera gente, come dice lei.
Chi è abituato a truffare e a delinquere non ha a cuore le sorti di chi invece ha veramente bisogno di un aiuto da parte dello Stato. Gli imbroglioni esistono da sempre, e non soltanto in Italia.
Per non parlare di chi un lavoretto ce l’aveva e l’ha lasciato per starsene tranquillo a casa a non far nulla.
La legge è migliorabile. Io non sono mai stato un sostenitore accanito dell’Rdc. Il reddito di inclusione sociale prevedeva dei controlli che poi sono stati vanificati dal nuovo strumento di sostegno. Bisogna intervenire per rendere la misura più equa possibile, però una legge per aiutare i fragili ci deve essere, non ne possiamo fare a meno.
I Comuni hanno il compito di comunicare all’Inps la presa in carico delle persone alle quali il reddito è stato sospeso e per le quali invece si riesca a dimostrare una condizione di fragilità. Una mole di lavoro enorme per i singoli Comuni. Mai come in questo caso, Anci Calabria potrebbe svolgere un ruolo di sintesi e parlare a nome di tutti i sindaci. Ha già avuto modo di confrontarsi con la presidente Rosaria Succurro?
Non, ma mi pare che non l’abbiano sentita neanche gli altri primi cittadini. Se l’Anci fosse amministrata con gli obiettivi che dovrebbero ispirarne la governance, allora riuscirebbe a essere d’aiuto. In questa fase, preferisco confrontarmi direttamente con il presidente nazionale di Anci Antonio De Caro, che si sta facendo portavoce delle ansie dei sindaci italiani, senza distinzione di colore politico.
Dal suo osservatorio privilegiato, può dirci se il contesto cosentino desta preoccupazioni?
È necessario intervenire per bloccare forme di esasperazioni che potrebbero degenerare, e chi ha a cuore le sorti del proprio comune e ne conosce le sacche di emarginazione, non segue le indicazioni del Governo o della stessa Anci, ma cerca semplicemente di dare delle risposte, anche soltanto in termini di vicinanza.
Da oggi in poi cosa succede?
Tanta gente finirà per strada, non avrà la possibilità di andare a fare la spesa e di pagare l’affitto di casa. Molte persone hanno avuto un alloggio, perché i proprietari avevano la certezza che una parte del reddito che percepivano sarebbe stata destinata proprio al pagamento del canone di locazione. Adesso che questa garanzia è venuta meno, come si comporteranno i proprietari degli immobili? È assai probabile che cacceranno fuori gli inquilini dagli appartamenti in cui hanno vissuto finora, e lo faranno da un giorno all’altro.
Palazzo dei Bruzi come ha intenzione di muoversi?
Ho convocato i dirigenti dei Servizi sociali per capire come aiutare questa gente. Noi non abbiamo gli strumenti per potere intervenire e non abbiamo neanche personale. Faremo dei colloqui con gli ex percettori e cercheremo di verificare se hanno i presupposti per entrare nelle categorie fragili e riavere il contributo fino a dicembre, quando il reddito di cittadinanza cesserà di esistere e sarà sostituito dal reddito di inclusione sociale.
Gli occupabili dal primo settembre potranno presentare domanda al fine di accedere al nuovo sussidio denominato Supporto per la formazione: 350 euro per un anno, ma sarà indispensabile recarsi presso la sede del Centro per l’impiego. Peccato che quello di Cosenza, da anni ormai, non abbia più neanche una sede.
Per quanto ci riguarda, abbiamo individuato una sede alternativa ma la burocrazia blocca tutto da un anno.
Sindaco, come ci lasciamo…
Con un auspicio e una richiesta: che il Governo si faccia carico della situazione di tante povera gente che oggi è disperata più di prima. È lo Stato che deve garantire la dignità di ogni singolo cittadino, non sono i Comuni.