*di Carlo Rinaldo

Chi di campanilismo vive, provinciale e arretrato muore”. Il “campanilismo”, in qualsiasi ambito, si riferisce a una forma di attaccamento eccessivo e talvolta dannoso alla propria istituzione, che può ostacolare la collaborazione e il progresso. Nell’ambito della formazione medica e delle professioni sanitarie si tratta di una mentalità che privilegia gli interessi e le esigenze del proprio Policlinico rispetto a quelli più ampi della comunità medica e dunque della salute dei pazienti. 

Ogni Policlinico rischia di focalizzarsi eccessivamente sui propri risultati e obiettivi, trascurando la collaborazione con gli altri nosocomi. Di derivare verso una riluttanza ad adottare nuove pratiche, tecnologie o modelli organizzativi, se questi non sono originati o promossi all’interno del proprio contesto specifico. Si può verificare una tendenza a proteggere le proprie risorse e conoscenze, impedendo una loro libera circolazione e condivisione con altri colleghi o istituzioni.

Una formazione frammentata e poco collaborativa può portare a una minore preparazione dei futuri professionisti sanitari. La mancanza di collaborazione e la competizione possono ostacolare lo sviluppo di progetti di ricerca innovativi e di impatto. La chiusura può riflettersi negativamente sull’assistenza ai pazienti, con possibili ritardi nelle diagnosi e terapie. 

Il campanilismo è quella logica mentale per la quale tutto ciò che è esterno al confine, straniero, fuori della cerchia più ristretta, è inferiore, al di sotto del proprio livello, non degno di menzione.  A prescindere dalla storia. La sana rivalità è stimolo e arricchimento, il campanilismo è appiattimento e impoverimento. Guai a tornare indietro! Superata la fase dei no alle Facoltà di Medicina solo a Catanzaro non si può ostacolare la fisiologica evoluzione del positivo cammino intrapreso dicendo no al Policlinico a Cosenza che rappresenta la base per lo sviluppo di una tale fondamentale istituzione universitaria.

Nella italica carenza di medici e professionisti della Sanità, la polemica su più presidi di formazione medica sembra alquanto sterile e di ostacolo all’accrescimento di questa opportunità anche ad aspiranti medici provenienti da famiglie meno abbienti.

*Saggista, premio letterario nazionale