di Ivan Commodaro*

«Ho letto la proposta avanzata dal Professor Luca Addante sulla questione della Città Unica. Non sono uno storico, ma l’accademico ha illustrato il tema con una chiarezza tale che anche un bambino può comprendere. La storia ci insegna che Cosenza era una realtà che unificava un vastissimo territorio, ben oltre Cosenza, Rende e Castrolibero, ed è evidente che sul tema dell’identità sollevato dalla Corte dei Conti, se si ragiona in termini di configurazione storica abbiamo tutti i margini per rispondere all’obiezione della magistratura contabile. Lo stesso discorso vale in relazione agli altri dubbi sollevati dalla Corte in termini di fattibilità. È chiaro, come suggerisce Addante e come ha ribadito il nostro Sindaco Franz Caruso che sul tema si era già espresso, che sarebbe necessario uno studio di tutti i numerosi e complessi temi che implica l’unificazione di un numero rilevante di Comuni (e ciò vale ovviamente già solo per Cosenza-Castrolibero-Rende). Ai dubbi si risponde con i fatti, a partire dai numeri, ed è quindi necessario rivolgersi a specialisti che studino analiticamente la questione, in primis alla nostra Università della Calabria ma ovviamente non solo, a partire dallo stesso Professor Addante, che non insegna all’Unical ma all’Università di Torino. Sono diversi gli accademici di Cosenza che insegnano fuori dalla Calabria, e a mio avviso sarebbe necessario coinvolgere tutte le nostre migliori menti. Su un argomento come questo non c’è fretta che tenga, si tratta di qualcosa che riguarderà non solo noi stessi e i nostri figli ma le generazioni a venire, e si sa che la fretta è cattiva consigliera.

Già nel Consiglio Comunale tenuto a Cosenza in maggio sulla Città unica, ero intervenuto chiedendo in modo molto chiaro un supplemento di riflessione. Richiamavo il fatto che non abbiamo ancora una raccolta rifiuti congiunta, un sistema dei trasporti unico e altri temi sui quali sono assolutamente necessari studi analitici affidati a specialisti acclarati. E domandavo espressamente in base a quali studi di fattibilità chiedevamo un consenso ai cittadini. Così come lamentavo che non poteva essere solo un processo imposto o comunque guidato dall’alto, ma che fosse necessario anche un processo che partisse dal basso, coinvolgendo il maggior numero possibile di cittadini come sottolinea anche il Professor Addante e come ha ribadito avantieri il Sindaco Caruso, che da tempo spinge anche in questa direzione. Altro punto che sollevavo era quello di estendere l’unificazione al di là dei soli tre comuni previsti dalla Legge regionale, punto sul quale il Sindaco e la nostra maggioranza sono da sempre favorevoli.

La proposta Addante va esattamente in questa direzione, e oltre a chiarirci come noi possiamo fondare su solidissime basi storiche il processo di unificazione, ci dà un dato indiscutibile, numerico, che neppure era emerso fino ad ora. Nella proposta attuale Cosenza-Rende-Castrolibero siamo di pochissimo sopra i 100mila, ed è evidente che con le tendenze demografiche attuali (il ben noto calo delle nascite) saremmo in breve a rischio nell’ottica della Città Metropolitana. Aggiungo che al calo delle nascite dobbiamo affiancare l’esodo continuo di cittadini calabresi, che emigrano ogni anno con numeri impressionanti, sicché ritengo che l’obiettivo dei 100mila abitanti raggiunto sarebbe perso in capo a poco. Con la proposta articolata da Addante, invece, siamo ben oltre i 200mila ed è evidente che ciò avrebbe anche notevoli ricadute, a partire dal piano politico. Una città di 200mila e passa abitanti avrebbe ben altro peso politico, questo è del tutto ovvio. Finora la questione è stata ostaggio delle appartenenze ideologico–partitiche.

Considero dunque l’intervento di Addante provvido anche per questo motivo, poiché proviene da personalità al di fuori della mischia politica che ci invita semplicemente a riflettere molto meglio e su basi di ben maggiore complessità ed aderenza alla realtà storica. Questa non è questione né di sinistra né di destra, ma che deve avere al centro il bene comune, come ha ribadito di recente lo stesso Sindaco Caruso. Invito pertanto le forze politiche a non assumere la questione con spirito da guelfi e ghibellini, ma con quello «spirito costituente» legato alla nostra storia richiamato da Luca Addante, che potrà costruirsi solo attraverso una discussione quanto più partecipata con tutto il tempo necessario. Senza strappi, che alla fine non convengono a nessuno».

*Capogruppo “Franz Caruso sindaco”