La testimonianza di una paziente in lista trapianto: «Ignorata la precedenza prevista dalla legge, il medico mi ha chiuso la porta in faccia»
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata di una nostra lettrice riguardo a un episodio che, a suo dire, si sarebbe verificato nell’ospedale di Cosenza.
Scrivo questa concisa lettera solo a testimonianza ulteriore della poca umanità e del poco rispetto riscontrati direttamente da me nella giornata di ieri, 12 novembre 2025, presso l’Ospedale Annunziata di Cosenza e, precisamente, presso il reparto di Endocrinologia.
Con prescrizione per ecografia tiroidea giungo per la visita, in orario. Da premettere che sono una paziente emodializzata, con precedenza perché in lista per trapianto renale. Arrivo e chiedo gentilmente all’infermiera di poter parlare con il medico o comunque di informarlo della mia situazione (dovevo effettuare nella stessa mattinata il trattamento salva-vita della dialisi ed ero già in ritardo).
Richiedo di poter avanzare nella lista delle visite, come consentito per legge avendo più patologie. Qui, “apriti cielo”: l’infermiera mi dice che non esiste alcuna precedenza e che loro seguono la lista, punto e basta.
Io, ancora bonariamente, le chiedo almeno di parlarne con il medico, che dovrebbe essere aggiornato su questi casi. Ma niente: mi ripete che devo seguire la lista e che “tanto non ci vuole molto”. Dunque, nonostante fossi già un’ora in ritardo per la dialisi, aspetto.
Arriva finalmente la mia chiamata. L’infermiera mi fa entrare nella saletta per le ecografie tiroidee e attendo il medico competente. Passano altri quindici minuti, poi sento nel corridoio il dottore che dice di dover andare in un altro reparto. Esco e gli dico che era il mio turno, ricordandogli il mio ritardo per la dialisi, la lista trapianto e tutto il resto. Lui fa spallucce, mi chiude la porta in faccia e se ne va, senza nemmeno ascoltare.
Poco garbato, poco disponibile, poco ippocratico. Non ci si comporta così con gli utenti, e soprattutto con i casi “particolari”. La presente è solo uno sfogo, ma sembra essere un’ulteriore conferma che, in alcuni casi, Ippocrate si sbaglia.
Lettera firmata

