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In attesa della pronuncia del Consiglio di Stato che arriverà il 12 gennaio 2023 e in vista del referendum in programma dieci giorni più tardi, torna a far sentire la propria voce il fronte del No, ovvero quei cittadini che si oppongono alla secessione di Campora San Giovanni da Amantea e vedono con il fumo negli occhi la possibile unione della frazione con Serra d’Aiello. A tal proposito, i contrari delle due comunità hanno realizzato un volantino in cui sintetizzano tutte le ragioni per cui, a loro avviso, lo scenario geo-amministrativo debba restare immutato.
«Dividere le due comunità che sono state sempre unite – si legge nel documento – non è solo vietato dalle leggi che, invece, favoriscono la formazione di Comuni più grandi, ma è anche molto dannoso per tutti venendosi a ridurre gli accessi alle programmazioni territoriali, ai finanziamenti per imprese, lavori pubblici, servizi sociali e scolastici. La divisione porterebbe alla formazione di due unità più piccole e più deboli, si azzererebbe l’autonomia di Serra e la sua autogestione».
Secondo i promotori dell’iniziativa, in caso di effettiva nascita del nuovo Comune «la massa debitoria- 40/50 milioni di euro – divisa per abitante, porterà un debito iniziale di circa 10 milioni cui aggiungere altri 250.000 euro all’anno come quota ammortamento mutui per opere realizzate a Campora; risanare il debito da piccolo Comune sarà più difficile che non da Comune più grande che può trattare con più forza con gli organi di governo».