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«La fusione dei comuni Cosenza-Rende-Castrolibero varata in Consiglio regionale il 24 maggio scorso sta polarizzando l’attenzione di tanti in questi giorni, tant’è che sfogliando i giornali non si vedono altro che contributi affannati a dimostrare la correttezza o meno delle procedure adottate dalle forze politiche in occasione dell’approvazione della legge che istituisce la città unica, alla sussistenza o meno di profili di in-costituzionalità del testo di legge approvato e via dicendo. Il Movimento politico La Cosenza Che Vuoi – si legge in una nota – interviene sul punto e vuole spostare le riflessioni – giuste e necessarie in un sistema democratico – sul terreno delle opportunità».
«Preliminarmente vogliamo precisare – esordiscono così i responsabili del circolo cittadino del Movimento, il segretario Candida Tucci e il presidente Giovanni Gentile – che è importante che i dibattiti siano accesi e vivaci soprattutto su temi rilevanti qual è sicuramente la fusione di due o più comuni, perché il dibattito è sempre testimonianza di democrazia ed il confronto tra forze politiche anche contrapposte è la cifra esatta della democrazia partecipata. Ma qualunque sistema realmente democratico non può dimenticare il rispetto anche dei luoghi dove la democrazia si esercita per eccellenza, che sono le sedi consiliari. Perché è in quei luoghi che gli eletti rappresentano le volontà popolari. Le pagine dei giornali non possono sostituire i luoghi istituzionali della partecipazione democratica».
«La legge che istituisce la città unica Cosenza-Rende-Castrolibero – affondano Tucci e Gentile – invece, è stata approvata in consiglio regionale nel silenzio delle opposizioni che hanno preferito disertare l’aula, rinunciando così al confronto e venendo meno al dovere politico di rappresentanza verso i propri elettori, salvo poi a far sentire la propria voce all’indomani tramite le testate giornalistiche. I giornali con il massimo rispetto per gli organi di stampa fanno “informazione” ma la volontà popolare si costruisce in Consiglio regionale».
«Tuttavia – continuano Tucci e Gentile – è necessario spostare l’attenzione da questioni procedurali che alla fine poco interessano i cittadini ed innestare il ragionamento di argomentazioni centrate sui reali benefici che devono necessariamente ricadere sulla popolazione da un’operazione politica di tale importanza come l’unificazione di comuni come Cosenza e Rende e Castrolibero che sono importanti per numero di abitanti, forti connotazioni identitarie con i rispettivi territori, per cultura e tradizione».
«Tra questi – aggiunge Giacomo Martirano, responsabile programmazione unitaria del circolo – è innegabile che un unico Consiglio comunale consentirà di superare le tante barriere che hanno finora ostacolato la programmazione e la realizzazione, in maniera armonizzata, di una serie di interventi, da parte di amministrazioni distinte e non sempre allineate».
«L’abolizione di confini amministrativi e di steccati ideologici che oggi frammentano un territorio naturalmente contiguo – continua – spalancherebbe le porte all’attuazione di percorsi amministrativamente virtuosi, a partire dall’unificazione o integrazione di servizi per il cittadino, i cui livelli di qualità attuali devono comunque segnare un consistente innalzamento».
«Questi percorsi – conclude – saranno certamente irti di insidie, che i nuovi amministratori sono chiamati sin d’ora a prevenire e, quando servirà, a superare, con un rinnovato impegno e con l’unico obiettivo di rendere la città unica il mezzo più adeguato per raggiungere il fine del benessere dei suoi abitanti».