L’assessore regionale all’Ambiente rivendica il modello Occhiuto e denuncia le contraddizioni dell’opposizione
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L’uso dei droni per il monitoraggio ambientale e il contrasto agli incendi, introdotto dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto con l’operazione Tolleranza Zero, diventa un esempio a livello nazionale. La Protezione Civile ha infatti deciso di replicare l’esperienza calabrese anche in Campania, nelle province di Napoli e Caserta, per fronteggiare lo sversamento illegale dei rifiuti e i roghi dolosi nella Terra dei Fuochi. «Seguiamo il loro esempio», ha spiegato il capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano, definendo il modello una best practice europea.
Le critiche dell’opposizione
In Calabria, però, l’iniziativa non era stata accolta con lo stesso entusiasmo da parte delle opposizioni. L’ex consigliere regionale del M5S Davide Tavernise aveva più volte denunciato «l’assenza di trasparenza e la carenza di risposte sulla loro effettiva operatività», chiedendo «interventi concreti e non annunci».
Sulla stessa linea il Pd, con il consigliere Raffaele Mammoliti, che accusava la giunta di «continuare ad agire senza assumere una vera cultura della prevenzione, che non può essere garantita con i droni e convenzioni varie». I Democratici hanno più volte sostenuto che «droni e satelliti non bastano se mancano interventi strutturali di manutenzione del territorio e adeguate risorse umane».
La replica di Calabrese
Oggi, a pochi mesi dalle elezioni regionali, l’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese ribalta la polemica e attacca l’opposizione per le sue «contraddizioni».
«Scopriamo che l’utilizzo di questi vituperati droni – afferma – viene ora elogiato, premiato e inserito nel programma di governo del candidato pentastellato Pasquale Tridico. Siamo lieti del riconoscimento, ma chissà se hanno spiegato a Tridico che i suoi stessi compagni di coalizione hanno per anni bocciato questa misura, criticando tutte le azioni messe in campo dal presidente Occhiuto per ridurre drasticamente incendi e reati ambientali». Calabrese definisce il campo largo «una goffa e buffa Armata Brancaleone», segnata da «stridenti contraddizioni politiche e comunicative».
Elezioni in vista
Per l’assessore, la vicenda segna soltanto l’inizio di una campagna elettorale che si annuncia tesa: «La campagna è solo alle battute iniziali – conclude – ma siamo certi che ne vedremo ancora delle belle».