di Daniela Puzzo*

“Sono più di 300, sono giovani e forti e stanno per cadere… Non voglio, certo, scomodare il patriottismo risorgimentale, ma quello delle cooperative sociali è una realtà che nella nostra città sta cercando di dare lavoro e dignità a moltissime famiglie, scontrandosi troppo spesso con le decisioni delle Amministrazioni Comunali, che faticano ancora a legittimarne l’esistenza.

Il nuovo bando, partito a luglio, relativo alla manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico e dello spazzamento manuale fatica a decollare, le lamentele che la città sia sporca accomunano tutti, amministratori e amministrati, ma ci siamo chiesti il perché?

Abbiamo, realmente, analizzato le problematiche legate ai servizi prescritti nel nuovo capitolato speciale d’appalto? Basta pensare che nel precedente appalto la raccolta del materiale di risulta era affidata tutta ad Ecologia Oggi, ora non solo i derivati dall’attività di sfalcio e potatura, ma anche i rifiuti urbani spazzati devono essere raccolti e trasportati presso impianti autorizzati appena terminate le lavorazioni, attività questa, che prevede non solo l’iscrizione in categoria 1 dell’albo gestori ambientali con i relativi costi dei mezzi e delle figure richieste per tale categoria, ma un’inevitabile dispendio di costi carburante, usura mezzi e di forza lavoro che si sottrae alla pulizia per essere destinata alla raccolta e al trasporto.

Nel nuovo appalto viene richiesta la figura del tecnico del verde, un dottore agronomo o forestale che dovrà occuparsi anche del censimento degli alberi, certo, altra attività importante, ma ne conosciamo realmente i costi?

Per non parlare della manutenzione degli impianti di irrigazione, dei prodotti del diserbo tutti a carico delle ditti esecutrici e della potatura senza limiti di altezza che comporta l’utilizzo di piattaforme elevabili eccessivamente costose. Un incremento di servizi, quindi, che invece di aumentare il budget di spesa da dedicare all’appalto, l’ha persino ridotto.

Ho chiesto in Commissione Verde di ascoltare i Legali Rappresentanti delle cooperative aggiudicatarie per dar voce a chi lotta contro il pregiudizio generale, svolgendo in silenzio il proprio lavoro, cercando di tutelare più di 300 posti di lavoro.

Certo, le problematiche sono presenti in tutte le situazioni, si può e si deve fare di meglio a partire dall’impegno di tutti, ma questa Amministrazione deve dare risposte concrete; è facile puntare il dito, dare sempre la colpa alle tute arancioni quando Cosenza è sporca, ma oltre ad un percorso di sensibilizzazione generale ai temi di decoro urbano che deve interessare tanto i cittadini quanto gli organi istituzionali, non sarebbe forse il caso di mettere in condizioni le persone di lavorare e non di elemosinare un misero stipendio? “Sono più di 300, sono giovani e forti e meritano dignità”.

*Consigliere comunale Cosenza