La revoca della delibera con cui il Comune di Cosenza aveva affidato alla società campana Arcadia srl un incarico da 140mila euro per servizi di comunicazione istituzionale apre un nuovo fronte politico nello scontro tra maggioranza e opposizione. Dopo giorni di contestazioni pubbliche, l’amministrazione guidata da Franz Caruso ha ritirato l’atto, motivandolo con una riorganizzazione interna e con l’approssimarsi della fine del mandato.

La minoranza consiliare interpreta però la revoca come una marcia indietro forzata. In una nota congiunta, i consiglieri denunciano presunte illegittimità nella procedura e affermano che la retromarcia del Comune sia il risultato diretto delle segnalazioni da loro presentate.

Le opposizioni definiscono l’intera vicenda «un caso di evidente illegittimità amministrativa» e rimarcano che «l’amministrazione comunale revoca la delibera dopo le nostre denunce: un caso di evidente illegittimità amministrativa». A loro avviso, il metodo seguito dal Comune avrebbe oltrepassato i limiti imposti dalla separazione tra ruolo politico e attività gestionale, soprattutto perché la Giunta avrebbe individuato direttamente il soggetto economico, valutato la sua offerta e disposto l’affidamento.

La critica si concentra sul fatto che, secondo i consiglieri, un organo politico non possa scegliere e valutare il contraente negli affidamenti sotto soglia. Da qui l’accusa secondo cui «l’amministrazione Caruso è stata presa con le “mani nella marmellata” grazie alla nostra denuncia». L’opposizione afferma inoltre che il silenzio iniziale della maggioranza sull’episodio rappresenterebbe un ulteriore segnale della delicatezza della questione: «Tale era l’imbarazzo che, per la prima volta, non ci hanno nemmeno risposto come fanno usualmente. Un silenzio assordante che testimonia la gravità della situazione e la consapevolezza di trovarsi su un terreno molto scivoloso».

Gli esponenti della minoranza rivendicano di aver avviato una procedura formale per segnalare il caso all’Autorità nazionale anticorruzione: «Eravamo pronti all’esposto all’Anac per illegittimità. Non si trattava solo di uno spreco di denaro pubblico, per quanto scandaloso». Nella loro ricostruzione, l’affidamento avrebbe rappresentato «un esempio evidente di ingerenza dell’amministrazione nell’aspetto gestionale», con il rischio di compromettere i principi di imparzialità e trasparenza.

L’opposizione respinge anche la spiegazione fornita dal Comune nella revoca, definendola poco credibile: «La revoca della delibera, motivata sulla carta con una pianta organica già adeguata e con la prospettiva di fine mandato, puzza lontano un miglio di retromarcia forzata dalle circostanze». Per i consiglieri, l’amministrazione Caruso avrebbe agito sotto pressione: «Il clamore mediatico seguito alle nostre denunce e l’imbarazzo politico che ne è derivato hanno costretto Franz Caruso a fare marcia indietro».

Nella parte finale del comunicato, i consiglieri rivendicano il proprio ruolo di controllo: «Questa vicenda rappresenta l’ennesima dimostrazione di come l’amministrazione Caruso operi scelte opache, procedure discutibili, confusione tra politica e gestione, sprechi di denaro pubblico». E aggiungono: «La revoca della delibera è una vittoria della trasparenza, della legalità, del controllo democratico. È la dimostrazione che le nostre denunce funzionano».

Il comunicato si chiude con una critica diretta al sindaco: «Nessun merito può essere iscritto al Sindaco, che dovrebbe invece scusarsi e spiegare perché è stata adottata e cosa oggi è cambiato». Per l’opposizione, il caso Arcadia è destinato a rimanere un punto centrale del confronto politico: «La nostra pressione politica applicata quotidianamente in comune con costante rigore può costringere l’amministrazione a fare marcia indietro quando tenta di forzare le regole, e ne siamo felici».

Il documento porta la firma dei consiglieri Francesco Caruso, Francesco Cito, Giuseppe D’Ippolito, Alfredo Dodaro, Francesco Luberto, Ivana Lucanto, Antonio Ruffolo, Francesco Spadafora e Michelangelo Spataro.