Nota congiunta dei consiglieri Bilotti, Totera e Calvelli: «Le sollecitazioni emerse in Aula non rimangano parole al vento»
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Abbiamo letto con attenzione il comunicato della Federazione Riformista che commenta con entusiasmo l’approvazione delle linee guida del nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC). Si parla di attenzione agli anziani, alle famiglie, alle persone con disabilità.
Tutti temi che condividiamo profondamente. Ma proprio per questo non possiamo non rilevare la distanza tra ciò che si dichiara all’esterno e ciò che si approva realmente negli atti amministrativi. Nel testo della Delibera di Giunta, approvata poi in Consiglio, non esiste – lo ribadiamo con chiarezza – alcun riferimento concreto all’accessibilità.
Non una parola sui PEBA (Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche), che la legge prevede dal 1986 e che sono lo strumento urbanistico di base per qualunque ente che intenda occuparsi seriamente di disabilità. Nessun accenno ai PAU (Progetti per l’Accessibilità Urbana), nessuna priorità indicata, nessuna traduzione di questi strumenti in criteri di indirizzo (peraltro questi, bisogna dirlo, talora fumosi e ridondanti, talaltra alla stregua di singole imposizioni tecnico-operative).
In Consiglio comunale abbiamo ritenuto necessario proporre un’integrazione che sottolineasse questi aspetti, ben consapevoli che la forma dell’atto – trattandosi di una deliberazione di Giunta – non rendeva emendabile il testo nei termini formali consueti. Ma quando l’indirizzo politico manca, il nostro dovere è quello di affermarlo anche simbolicamente. È quello che abbiamo fatto, nel rispetto dei ruoli ma con la determinazione di chi non intende tacere davanti a una lacuna così macroscopica.
A seguito del dibattito, qualcuno di avveduto che ha notato la mancanza marchiana di un'amministrazione che si autoproclama esperta e socialista, ha proposto, come fosse stato di proprio pugno, l'inserimento di un generico riferimento all’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma è inutile girarci intorno: se davvero si fosse ritenuto questo tema centrale, sarebbe stato incluso fin dall’inizio, tra i criteri strategici, con strumenti chiari e riferimenti normativi precisi. Non si sarebbe lasciato al caso. Né si sarebbe corretta la rotta solo dopo che la questione è stata sollevata pubblicamente in Aula.
Anche perché è quantomeno curioso che una Giunta porti in Consiglio un documento che la stessa maggioranza che la sostiene ritiene – nello stesso momento – di dover integrare. Il tutto risolto in un’unica, agile votazione predisposta con perizia dal Presidente del Consiglio, che ha permesso di aggiungere in extremis i riferimenti all’energia e all’abbattimento delle barriere architettoniche. Viene da chiedersi: la Giunta e la sua maggioranza si parlano davvero? Oppure i documenti partono da una parte e si correggono dall’altra, a seconda di chi riesce a notare l’errore prima che sia troppo tardi?
Le parole, se isolate dagli strumenti e dai criteri, rischiano di diventare decorazioni politiche. Servono invece scelte misurabili, verificabili, fondate su normative esistenti e prassi riconosciute. Parlare di accessibilità senza citare i PEBA equivale a parlare di edilizia senza parlare di norme antisismiche: è retorica vuota. Noi continueremo a portare nel dibattito consiliare proposte concrete, anche quando non formalmente accolte.
Continueremo a sostenere che una città giusta non si costruisce con le dichiarazioni di principio, ma con i dettagli normativi, gli strumenti urbanistici, i criteri di pianificazione che includono tutti – e non lasciano indietro nessuno. Lo abbiamo detto in campagna elettorale e lo ribadiamo oggi: includere non è un verbo da evocare, è un criterio da adottare.
E il PSC, così com’è oggi, quel criterio non lo prevede. Poiché crediamo nel ruolo costruttivo dell’opposizione e non rinunciamo alla fiducia nelle istituzioni, auspichiamo che le sollecitazioni emerse in Aula non restino parole al vento, ma vengano a breve tradotte in integrazioni concrete, formalmente incorporate. Solo così si potrà cominciare a costruire davvero una città che non dimentica nessuno, come crediamo, e di questo non dubitiamo - almeno nelle intenzioni-, auspichi anche questa amministrazione.

