Sandro Principe prende spunto dal libro sulla figura del giurista Gaetano Filangieri, per offrire il suo punto di vista non tanto e non solo sulla questione di strettissima attualità relativa alla separazione delle carriere nell’ambito della magistratura, ma soprattutto sull’arretramento della sinistra rispetto alle battaglie sociali e garantiste che hanno in passato caratterizzato l’agire e la prospettiva di questa parte politica. Il sindaco di Rende è intervenuto alla presentazione del volume scritto dal giornalista ed ex sindaco di Satriano Michele Drosi, ospitata nella Fondazione Giacomo Mancini di Cosenza, al quale hanno partecipato anche Mario Oliverio e Giacomo Mancini jr.

La sinistra ha smarrito la sua via

«Per un vecchio riformista, come io mi ritengo, garantista e custode accanito dei diritti della persona – ha detto Principe al nostro network - sono molto dispiaciuto del fatto che, in definitiva, i paladini di questa cultura siano diventati gli eredi del Movimento Sociale Italiano. Ma questo perché è successo – si domanda l’ex parlamentare e sottosegretario - Perché la sinistra ha smarrito la sua via, ma l'ha smarrita in tante direzioni. Moltissimo sulla tutela dei diritti. Ma se guardiamo più in profondità l'ha smarrita anche sotto il profilo sociale, perché oggi i deboli chi li difende? Parliamoci chiaramente su questo punto. La sinistra italiana ha incominciato a sbandare quando ha nominato numi tutelari Bill Clinton e Tony Blair, i quali erano stati ferventi sostenitori della globalizzazione. Quella globalizzazione rivelatasi per l'Europa un disastro».

Welfare distrutto

«La globalizzazione ha distrutto il welfare e questo governo, quello guidato da Giorgia Meloni, secondo me finirà di distruggerlo. La globalizzazione ha annientato le classi operaie dei Paesi evoluti mettendole in concorrenza con quelle dei Paesi poveri. Perché il Dio profitto ha portato le aziende a delocalizzare per andare in posti dove i salari erano bassissimi, perché gli operai non avevano diritti, né civili né sindacali. Allora non ci possiamo meravigliare se la sinistra è con il sederino per terra, che perde le due direttrici della sua storia, della sua presenza nello scenario politico, ovvero la centralità della persona e i diritti dei lavoratori».

Il punto di vista di Oliverio

Per Mario Oliverio «la separazione delle carriere è il completamento della riforma Vassalli, varata nel 1989, che ha regolamentato il processo accusatorio, superando quello inquisitorio. Lo spirito della riforma – ha spiegato – era proprio quello di mettere l’accusa e la difesa sullo stesso piano, dimensionarle a parti paritarie nel processo davanti alla terzietà del giudice, principio sancito appunto dalla separazione delle carriere».

Prendendo spunto dall'ultimo libro di Michele Drosi sulla figura del giurista del Settecento Gaetano Filangieri, l'ex parlamentare socialista e sindaco di Rende Sandro Principe e l'ex parlamentare diessino già presidente della Regione Mario Oliverio, hanno espresso al nostro network il loro punto di vista sulla riforma della separazione delle carriere nell'ambito della magistratura