VIDEO | Il commento del presidente Udc sulla separazione delle carriere dei magistrati nel corso di un incontro a Castrolibero: «Nessun bavaglio ai giudici». E sui politici indagati e poi assolti aggiunge: «Persone e istituzioni offese e nessuno risarcisce»
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Il presidente dell’Udc Lorenzo Cesa, in merito alla riforma della giustizia approvata in seconda lettura in Senato, parla di «svolta epocale e di atto di rispetto non solo nei confronti dei cittadini ma anche dei magistrati i quali, nel 99 percento dei casi, sono persone serie e molto perbene. Confido quindi che accetteranno questa nuova legge, che veramente è destinata a cambiare gli assetti del Paese». Cesa è stato ospite nei giorni scorsi a Castrolibero, di uno degli appuntamenti con Letture nel borgo, promossa dalla locale amministrazione comunale.
«Gratteri più in tv che a lavorare»
Ed ha rilasciato una intervista al nostro network commentando anche le recenti dichiarazioni di Nicola Gratteri, Procuratore di Napoli, estremamente critico rispetto alla riforma che prevede la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. «Siamo in un Paese fortunatamente democratico e libero dove ognuno può esprimere le proprie opinioni – ha detto il presidente Udc –. Il Procuratore della Repubblica di Napoli, che è abituato molto a stare in televisione più che a stare dietro la scrivania a lavorare, lo vedo sempre in tutti i talk show, può dire quello che vuole. Ma la politica ha il dovere di intervenire e questa volta lo ha fatto in maniera molto determinata. Peraltro rispettando uno dei punti cardine del programma stilato prima delle elezioni politiche a margine di riunioni alle quali anche io ho partecipato. Si ebbe una discussione molto breve ma molto incisiva sull'argomento e la cosa che mi sento dire è che c'è stata molta serietà nel portare avanti questa iniziativa che serve tanto al Paese. Nessuno imbavaglia nessuno: i magistrati possono e devono continuare a fare il loro mestiere in maniera molto seria, colpendo chi sbaglia, ma è doveroso condurre questo lavoro di separazione delle carriere, seguendo l’esempio della gran parte delle democrazie del resto del mondo».
«Milano bloccata»
Sulle recenti inchieste giudiziarie che in Calabria hanno decapitato i livelli politici, poi terminate con sentenze di assoluzione Cesa aggiunge: «Nessuno risarcisce non solo la persona offesa, ma la sua famiglia e le istituzioni che rappresentava». Poi la chiosa sul caso di Sala a Milano: «Faccio una previsione, purtroppo molto triste per Milano: nei prossimi 10-15 anni in questa città non si farà nulla. Questo sarà il risultato dell'indagine, e saranno tutti prosciolti».