Le Regionali sullo sfondo, un’idea chiara sull’argomento primarie («sono esercizio politico e non istituzionale, ma talvolta scelgono il nemico»), uno schiaffo alla criminalità e un altro agli aspiranti malandrini. Flavio Stasi rivendica un’indole progressista («con i diritti civili che camminano di pari passo alle tac che mancano») e spera che il centrosinistra quando si apriranno le urne abbia le idee chiare sulle parole chiave da proporre alla gente. L’intervista era fissata per tre giorni fa. La politica, però, ha fatto tristemente spazio al piombo lasciato sull’asfalto da delinquenti. Ha passato le ultime 48 ore nella sua Corigliano Rossano a stretto contatto con le forze dell’ordine.

Ha chiesto e ottenuto risposte immediate. In un amaro post sui social di riferimento non ha invocato azioni deterrenti, ma precise e risolutive. Ha definito i malviventi che hanno aperto il fuoco sul lungomare «squinternati criminali senza controllo» e li ha definiti «veleno per la città». Una volta fermati gli indiziati, non ha esitato ad abbandonarsi ad una considerazione: «Il destino dei violenti senza rispetto per le leggi, ma soprattutto per la vita e per le persone, è quello di provare a darsela a gambe ed essere presi miseramente in 24 ore». Si parte da qui, da un concetto che per i sindaci progressisti è terreno minato.

Ha vissuto giorni intensi, qual è la sua idea di sicurezza? La destra ne propina una chiara.
«Manca un serio rafforzamento dei presidi dello Stato. Ne è un esempio la questione tribunale: riapre a Bassano del Grappa, ma non a Rossano quando sembrava cosa fatta. Da un lato, inoltre, si fa propaganda sull’innalzamento del distretto, dall’altro non lo vedo. La sicurezza è fatta da tante cose, dalla socialità alla cultura, ma anche dalla presenza. E questa presenza il Governo non la considera priorità».

C’è chi invoca l’esercito.
«Lo so, ma cosa c’entra? Affermano forse che non sia sufficiente il lavoro delle forze dell’ordine? Per me invece servono più poliziotti, più carabinieri e più Guardia di Finanza».

Stasi, per le regionali il centrosinistra cerca un candidato oppure un leader?
«La base cerca un leader, una parte delle organizzazioni pure. Bisogna capire se questa parte delle formazioni sarà preponderante al momento della scelta. Per me è necessario un leader con cui costruire un progetto, altrimenti facciamo l’ennesimo buco nell’acqua».

30 marzo 2025, Perfidia. Antonella Grippo stuzzica e Orlandino Greco chiede sarcasticamente: “Perché, Stasi è di sinistra?”. Lei risponde “Sì, lo sono”. Ci spieghi che vuol dire oggi esserlo, perché non lo capisce più nessuno.
«Ho rivendicato con orgoglio il mio essere di sinistra perché ritengo che la sinistra in politica cerchi (o debba cercare) di trasmettere nelle Istituzioni le sensibilità per i più deboli. Io lavoro in quest’ottica e sono consapevole di non riuscirci sempre. A governare, però, si corre anche il rischio di non dare questa impressione nell’immediato, per poi permettere a tutti di raccoglierne i frutti successivamente».

La settimana scorsa Tridico ha scelto casa sua, Corigliano Rossano, per il palco con Gratteri. Non può dire che la stampa non debba vederci nulla…
«Non è la prima iniziativa che organizza in città. Tridico è di Scala Coeli e Corigliano Rossano è il punto di riferimento del territorio. Il M5S sostiene me in consiglio comunale e c’è stima reciproca. Si tratta di una scelta lineare, non ho letto interpretazioni correlate alle Regionali».

Gratteri ha detto (in un dibattito trasmesso in diretta su LaC News24, ndr) che non si candiderà al decimo piano della Cittadella, per Stasi è o no un peccato?
«Penso che per quello che fa e dice Gratteri, non sia all’ordine del giorno una sua scesa in campo. Mi sbaglierò, ma per me non è stata una sorpresa».

Pd, Avs e M5S apparecchiano i primi tavoli tecnici. Se Stasi si sedesse a discutere con loro, di cosa parlerebbe? Quali sono i temi che consegnerebbe alla sua area di riferimento?
«Il tema dei temi è la programmazione dei fondi di coesione. Ho l’impressione che la Regione stia per sfracellarsi e credo che parte dei cittadini non percepiscano, oltre i reel del Governatore, la ricaduta epocale per tutti noi. La Calabria perderà centinaia di milioni di euro destinati ad ambiente, servizi, strutture, socialità e ad ogni intervento finalizzato a migliorare le condizioni della punta dello Stivale. In questi anni Occhiuto ha costruito un edificio senza pilastri: i fondi servivano per programmare i prossimi 20 anni e raggiungere gli standard di altri territori. Noi ancora discutiamo sui vecchi: da sindaco non ho partecipato ad un incontro sui nuovi».

Non crede sia troppo politichese?
«Fidatevi, questo tema sta sfuggendo a tutti, perché non è un argomento di riscontro immediato. Faccio degli esempi: non c’è uno straccio di progetto di infrastrutturazione serio e la riqualificazione delle aree interne è ferma. Sapete perché? Perché nessuno mette mano ai fondi di coesione».

Perché temi progressisti, che al centro-nord hanno attecchito da anni, al sud vengono spesso considerati da snob. Parlare di diritti civili, coppie dello stesso sesso, lavoro e migranti leva per caso spazio a problemi atavici come il lavoro e gli ospedali da terzo mondo? Non c’è spazio per tutto? Cosa percepisce l’elettore?
«Lo spazio c’è, perché i diritti civili non possono essere scollegati da come vanno le cose in una Regione. Dove c’è subalternità economica, in alcuni posti perfino a sistemi di potere più o meno criminali, e dove c’è difficoltà a fare una tac c’è un’assenza di diritti civili che non ti fa arrivare a quei livelli discussione. Ma è tutto collegato: sono argomenti dello stesso libro».

Dove ha fallito, per lei, Roberto Occhiuto?
«Programmazione, gestione della riorganizzazione regionale e riorganizzazione dei servizi. Azienda zero è un fallimento. Su questo la nascitura coalizione dovrà avere le idee chiare».

Stasi, entri nel dettaglio.
«Occhiuto ha importato modelli che non hanno aderenza alla Calabria, non ha coinvolto i territori nelle scelte e di conseguenza sono state quasi sempre sbagliate. Alla Calabria questa amministrazione lascerà il nulla se non i contratti con la Rai e con Ryanair. La perdita dell’Alta velocità è l’apice dell’assoluta della mancanza di programmazione, per non parlare della SS 106: ha ereditato risorse ottenendo solo un decimo di quello che servirebbe. Sulle ferrovie si sono persi 10 mld, sul Pnrr 1 mld, mentre sui Tirocinanti il presidente ha ottenuto quattro spicci».

Nel centrodestra tanti viceré, nel centrosinistra quanti aspiranti principi ci sono?
«Ce ne sono tanti ed è giusto che sia così. Il centrosinistra sui territori ha costruito un po’ di classe dirigente che non è poca cosa. Da Siracusa a Bolzano non ce n’è di nuova, Emilia Romagna esclusa».

Il consiglio regionale ha abrogato la norma sulle primarie, è d’accordo concettualmente?
«In generale no. Anche se le primarie sono una scelta politica e non istituzionale. Una parte del problema delle primarie è che ci si sceglie il nemico, più che il proprio rappresentante».

A chi tocca decidere il candidato secondo lei? Irto dice che la scelta arriverà dalla Calabria.
«Giusto sceglierlo dalla Calabria, ma non mi convincono i modelli provenuti finora, da qui o da Roma, che non avevano collegamenti con la base dei calabresi».
Chi propone?
«Persone riconoscibili per strada, non bisogna decidere nelle camere dei bottoni. Troviamo gente che viva fuori dal chiuso delle stanze».

Stasi, lei oggi è come la Sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno la piglia. È così o temporeggia per trovare casa?
«Io faccio il sindaco e intervengo sui temi che mi interessano o che riguardano il mio territorio. Non so “chi mi vuole e chi mi piglierà”, so di far parte di una coalizione alla quale intendo contribuire con programmi e proposte».

Tra Pd, AVS e M5S a chi si sente più vicino?
«Questa domanda non me la può fare - scoppia a ridere -. Sono un civico di sinistra e sostengo l’intera coalizione…».