Una kermesse celebra la bevanda argentina che grazie agli emigranti da più d’un secolo è stata “adottata” anche dalla popolazione del piccolo centro arbëreshë
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Negli studi di Cosenza Channel Anna Stratigò ha portato con sé una delle confezioni di Yerba Mate prodotte in Argentina, recanti l’effige di Lungro e della sua cattedrale, omaggio alla tradizione del consumo della tipica bevanda sudamericana che da oltre cento anni contraddistingue la popolazione del piccolo centro arbëreshë.
La cantastorie, presidentessa dell’Officina della Musica, è ideatrice del Mate Festival, giunto alla undicesima edizione in programma, come di consueto, dal 29 luglio al primo agosto, con spettacoli, laboratori, iniziative culturali, convegni orientati a rafforzare il ponte che congiunge idealmente Lungro a Buenos Aires.
«Per i lungresi consumare il mate è un gesto quotidiano, come prendere il caffè – ha spiegato Anna Stratigò - Questa erba è approdata nel centro arbëreshë con il ritorno in Calabria dei primi migranti che si erano recati in Argentina in cerca di lavoro e fortuna.
Dai racconti che si tramandano da decenni, emerge come uno di questi emigranti ritornato a Lungro iniziò a girare casa per casa, invitando ad assaggiare questo prodotto. Alla gente è piaciuto, ha iniziato a condividerlo. Così la tradizione si è radicata. I lungresi ne hanno fatto la loro bevanda principale della mattina e del pomeriggio. Il consumo del mate – ha detto ancora - è diventato il momento di convivialità e di socialità più importante della vita di un lungrese».
Così è nata l’idea di una pagina social intitolata “Lungro capitale del mate”, primo veicolo che ha consentito a tutto il mondo di conoscere questa particolarità. Poi è arrivato il festival. «Volevo dare concretezza a questo ponte tra culture - ha aggiunto Anna Stratigò – Il primo elemento che ci ha poi condotto ad organizzare la rassegna è stata la canzone sul mate che io quattordici anni fa ho scritto una sera con mia mamma vicino al fuoco. Una canzone scritta in albanese e in castigliano. Poi ho incontrato Papa Francesco e mi sono resa conto che nel mondo il mate si consumava, oltre che in Argentina e in altri limitrofi paesi dell’America Latina, solo a Lungro e in Vaticano proprio per la presenza del pontefice sudamericano. Così abbiamo dato vigore a questo legame tra Lungro ed i discendenti dei lungresi in Argentina e nel mondo che continuano a portare avanti la tradizione del consumo del mate. Abbiamo insomma inconsapevolmente dato vigore ad un segmento del turismo delle radici. Oggi di turismo delle radici si parla molto. Ma undici anni fa era ancora una materia da addetti ai lavori».
Ricco il cartellone degli eventi. Tra gli appuntamenti di cartello la prima edizione del premio intitolato alla memoria del giornalista Alfredo Frega per la promozione e la conoscenza nel mondo delle tradizioni di Lungro. Saranno premiati quattro giovani donne che hanno presentato una tesi di laurea, alle università della Calabria, di Venezia, di Milano e di Buenos Aires, proprio al mate di Lungro. E poi ci saranno naturalmente laboratori sulla preparazione del mate, corsi di tango argentino e, nella giornata conclusiva, una tavola rotonda sul mate come ponte tra culture con la relazione, tra gli altri, del docente Giuseppe Sommario dell’Università Cattolica.