Dopo il botta e risposta delle scorse ore fra i collettivi dell’Ateneo Calabrese e le giovanili di destra su un luogo di preghiera per studenti islamici interviene il partito: «Gioventù Nazionale e Azione Universitaria sono fuori dalla realtà»
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Si arricchisce di un nuovo capitolo la polemica sull’Aula studio liberata dell’Unical. Il collettivo di studenti nei giorni scorsi aveva iniziato una raccolta firme per l’apertura di un luogo di culto per studenti di religione islamica. Nella serata del 25 novembre è arrivata l’opposizione via social di Gioventù Nazionale e Azione Universitaria, che chiedevano ai manifestanti di lasciare l’aula al piano terra del cubo 18.
A schierarsi al fianco del collettivo Aula studio liberata è intervenuta con una nota Rifondazione Comunista: «Gli attacchi rivolti da Gioventù Nazionale e Azione Universitaria al collettivo universitario Aula Studio Liberata – si legge – rappresentano l’ennesimo tentativo della destra di criminalizzare esperienze sociali e studentesche che restituiscono vita e funzioni a spazi dimenticati».
«Restituita funzione pubblica a uno spazio abbandonato»
«Le università italiane – prosegue il comunicato – sono da anni attraversate da un processo di impoverimento degli spazi comuni, frutto di un progetto politico che mira a svuotarle della loro natura pubblica, trasformandole in luoghi di mera erogazione di servizi, privati di agibilità politica, di spazi per l’organizzazione collettiva e di momenti di conflitto sociale.
In questo contesto, l’autogestione studentesca non è un abuso: è una risposta politica e culturale al deserto prodotto da scelte che riducono l’università a un luogo sterile e senza partecipazione. Il collettivo praticando socialità, mutualismo e aggregazione ha restituito a uno spazio abbandonato una funzione pubblica e comunitaria».
Poi l’attacco alle due organizzazioni giovanili: «È questo che dà fastidio alla destra: vedere studenti costruire auto-organizzazione, solidarietà e critica sociale invece di limitarsi a subire un modello universitario sempre più aziendalizzato. È grave che le organizzazioni giovanili di Fratelli d’Italia invochino sgomberi e repressione, alimentando quel clima nazionale e locale che ha già portato a interventi brutali contro esperienze storiche come il Leoncavallo a Milano o alle recenti polemiche di esponenti calabresi della Lega sull’occupazione di via Savoia a Cosenza. Un clima pericoloso, volto a cancellare i luoghi del dissenso in nome di una presunta “legalità” usata come strumento per colpire chi costruisce alternative dal basso».
«Difendere gli spazi autogestiti dell’Unical - Aula Studio Liberata e Aula P2 Occupata - significa opporsi a chi vorrebbe un’università silenziosa, docile e svuotata di senso. I/Le Giovani Comunisti/e e Rifondazione Comunista saranno sempre al fianco – si chiude la nota – di chi apre spazi invece di chiuderli, di chi costruisce comunità invece di alimentare paura e repressione»


