Gli invasi calabresi sono ben al di sotto della media di stagione. Le scarse precipitazioni e la quasi totale assenza di neve ha indotto un deficit idrico significativo in tutto il sud Italia e anche in Calabria dove, a causa della mancata ricarica delle falde acquifere, la risorsa scarseggia provocando disagi nella fornitura idrica.

Attualmente la disponibilità d’acqua si aggira attorno a otto milioni e mezzo di metri cubi, poco più della metà delle riserve idriche su cui la nostra regione poteva contare solo lo scorso anno. Un dato poco indicativo e in ogni caso suscettibile di variazioni, secondo quanto fanno sapere dalla Cittadella, dal momento che si è ancora nel pieno della stagione invernale. I prossimi tre mesi saranno decisivi per comprendere l’andamento della stagione estiva che, a queste latitudini, risente notevolmente degli effetti della siccità.

Tuttavia, il dato è sintomatico di un deficit idrico confermato anche da Sorical, la società che gestisce le risorse idriche calabresi. La Regione continua, infatti, a monitorare il fenomeno nei periodici tavoli di crisi attivati in Cittadella e di recente l’argomento è stato anche affrontato in prefettura a Catanzaro, dove la società in house regionale non ha nascosto la sua preoccupazione per una tendenza divenuta «ormai strutturale e non più emergenziale». I dati diffusi da Sorical mostrano, infatti, come la persistente siccità incida notevolmente sulla disponibilità d’acqua ad uso potabile in diverse aree della Calabria. Disagi limitati, invece, per il comparto agricolo che non si trova ancora nel pieno della stagione irrigua. Tutti i principali schemi acquedottistici dell’altopiano Silano mostrano ad oggi un calo di circa il 30% delle riserve idriche.

In provincia di Crotone

  • Lo schema Sila Badiale, a servizio dei Comuni di San Giovanni in Fiore, Caccuri, Castel Silano e Cerenzia, registra un calo del 30% delle disponibilità idriche.
  • Analoga riduzione (-30%) interessa lo schema Brigante–Pulitrea, che alimenta il Comune di Cotronei e integra le forniture per San Giovanni in Fiore, Caccuri, Castel Silano e Cerenzia.
  • Lo schema idrico Tacina, a servizio dei Comuni di Petilia Policastro, Santa Severina, Roccabernanda, Scandale, San Mauro Marchesato e Cutro, evidenzia un calo del 25%.

In provincia di Catanzaro

  • L’acquedotto Posino–Montenero, che alimenta i Comuni di Tiriolo, Settingiano, Amato e Miglierina, registra un calo del 30%.
  • L’acquedotto Limbè–Maricello, a servizio del Comune di Borgia, presenta una situazione particolarmente critica: la sorgente Limbè è scesa a meno del 50% della portata ordinaria.
  • Allarmante la situazione dell’acquedotto Savuto, mai arrivato a questo livello di portate a metà dicembre: - 30% con ripercussioni per i 25 comuni tra le province di Catanzaro e Cosenza, tra cui: Lamezia Terme (in particolare zone alte come Zangarona, Magolà Alto) Falerna, Nocera Terinese, Pianopoli, Feroleto Antico, Serrastretta, Platania, Gizzeria, Decollatura, Conflenti, Carlopoli, Cicala, Gimigliano, Martirano, Martirano Lombardo, Motta Santa Lucia, Pedivigliano, Scigliano, San Pietro Apostolo, Soveria Mannelli, Bianchi, Colosimi, Parenti, Panettieri

In provincia di Cosenza

  • L’acquedotto Abatemarco, dopo la ripresa dell’ultima settimana le portate sono stabili, ma in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ripercussioni sui 26 comuni serviti: Cosenza, Rende, Castrolibero, Mendicino, Bisignano, San Donato di Ninea, Altomonte, San Sosti, Mottafollone, Sant’Agata d’Esaro, Malvito, Santa Caterina Albanese, Roggiano Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, Cervicati, Torano Castello, Montalto Uffugo, San Martino di Finita, Lattarico, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, San Benedetto Ullano, Carolei.
  • Desta preoccupazione l’acquedotto Bufalo che continua a segnare un trend negativo, con un ulteriore calo del 10% negli ultimi giorni. Il Bufalo serve la zona a sud di Cosenza e altri comuni come Rogliano, Mangone, Santo Stefano di Rogliano, Figline Vegliaturo, Marzi, Belsito, Malito, Grimaldi, Martirano Antico, Aiello Calabro, Lago, Cleto, Serra d’Aiello e Paterno Calabro.

In provincia di Reggio Calabria

  • La Diga del Menta, rispetto al massimo volume raggiunto negli ultimi 7 anni (2021), fa registrare una riduzione di circa 7.5 milioni di metri cubi d’acqua.
  • L’Alaco, rispetto al massimo volume, raggiunto negli ultimi sette anni (2019), fa registrare un calo di circa 14 milioni di metri cubi d’acqua.