Parla al nostro network l’ingegner Giovanni Paolo Marati, direttore generale della società di gestione delle risorse idriche: «La siccità non c’entra: bisogna lavorare sulla corretta distribuzione dei flussi nella rete comunale»
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La città di Cosenza soffre la sete, ma non per colpa di Sorical. L’ingegnere Giovanni Paolo Marati, direttore generale della società di gestione delle risorse idriche calabresi, lo ha detto a chiare lettere a margine del consiglio comunale convocato a Palazzo dei Bruzi per affrontare e tentare di trovare una soluzione al problema della carenza d’acqua. C’è un calo complessivo e generalizzato della portata dell’Abatemarco, ha ammesso l’ingegnere, e però Marati ci ha tenuto a sottolineare i dati delle forniture di cui beneficia il capoluogo bruzio.
Più acqua di quella che serve
«La verità - ha puntualizzato al nostro network – è che la città di Cosenza, nonostante la situazione di criticità, di carenza idrica, di siccità, beve molta acqua, più di quella che dovrebbe. La dotazione in litri per abitante è ogni giorno quasi il doppio rispetto alle esigenze di una normale città assimilabile a Cosenza. Per cui bisogna lavorare su una migliore gestione dei flussi». Insomma, le scarse precipitazioni c’entrano poco o nulla con i rubinetti a secco dei cosentini. Anche se «ci troviamo in un periodo di magra delle sorgenti – ha aggiunto Marati - con una riduzione che si è spinta anche oltre il 30% rispetto alla media anche se nell’ultima settimana le cose per fortuna, stanno lentamente migliorando».
Troppi serbatoi
Quali sono allora i motivi della grave crisi accusata dai cittadini nell’approvvigionamento? «Sicuramente la rete della città di Cosenza è vetusta ed ha bisogno di una sistemazione. Non è questione solo di perdite ma è anche di gestione della rete e dei livelli di pressione. Una delle criticità deriva dalla presenza di grossi serbatoi impiantati in alcuni condomini. Questi serbatoi attirano l'acqua nei momenti di carenza idrica e lasciano a secco altre zone della città. Sarebbe opportuno, per questi impianti, impiantare dei contatori per capire quanta acqua assorbano e come questo si ripercuota sulla corretta distribuzione dell’acqua in tutti i quartieri».

