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Seicento giorni per guarire dalla malaria. Seicento giorni di aria buona, quella della montagna, dell’altopiano silano, per sopravvivere e poter giocare di nuovo. I bambini li mandavano lì, alla colonia Federici, mentre i genitori pregavano che tornassero sani. Erano i primi del Novecento, in quelle sale del sanatorio, tra i dormitori, erano davvero tanti i ragazzini che sgambettavano tra spazi enormi che, in certe sere d’inverno, però, sembravano così angusti per chi voleva tornare a casa sua.
Tra Lovecraft e Carpenter
La struttura è a due passi, davvero due, da Camigliatello. Basta allungare di una manciata di minuti, e ci si ritrova all’incrocio che affaccia sulla piazzetta principale. Per molti anni è stata un luogo visitato da curiosi, amanti delle storie da brivido, da instagrammer sedotti dalla chiesetta – dalla foggia lovecraftiana in realtà eretta dalla contessa Adorno fin memoria di suo figlio Enrico morto mentre pilotava il suo aereo in una disgraziata esercitazione – che si trova nel grande spiazzo che gira intorno all’edificio insieme a due stalle avvolte dai rampicanti. Qualche filmmaker ci ha girato anche un cortometraggio perché al tramonto è perfetto set stile Carpenter.
Il primo finanziamento
Nel 2020 il Ministero dell’Ambiente finanzia un progetto di recupero da 3 milioni di euro grazie al programma Clima Parchi, l’anno dopo ecco il grande annuncio e qualche anticipazione su ciò che sarebbe diventata la Colonia, poi più niente.
Quest’estate, nonostante i divieti, qualcuno non ha resistito ed è entrato all’interno per fare foto e qualche video, qualcun altro l’ha usata come luogo di fortuna dove trascorrere la notte. Del silenzio che ha avvolto la colonia, ne abbiamo parlato con Francesco Curcio, il presidente del Parco della Sila, che ha ottenuto la struttura in comodato d’uso. «Uno stop c’è stato, ma non per colpa nostra e comunque rispetteremo la scadenza del 2025, non vogliamo perdere i fondi arrivati solo a giugno. Purtroppo le vicende legate agli strascichi della pandemia prima, e alla crisi bellica poi, hanno innalzato il prezzo dei materiali, cemento e acciaio in primis, tanto da non rendere più sufficienti i tre milioni che c’erano stati affidati in prima battuta».
Il “rinforzo”
Il finanziamento “rinforzato” di un altro milione, approvato dal ministero, ha portato la cifra complessiva a poco più di 4 milioni di euro per la messa in sicurezza, riqualificazione e ristrutturazione degli spazi della Colonia. «La chiesetta non si tocca – mette in chiaro Curcio -, opereremo lì solo una delicata manutenzione, delle due stalle una riusciremo a recuperarla mentre l’altra è in condizioni troppo disastrose, la abbatteremo». Tutt’intorno, dove ora c’è un tappeto di foglie e terra, sorgeranno spazi verdi curati, e per l’interno Curcio conferma l’idea, vecchio progetto, di creare una Scuola della Montagna e poi aree espositive e museali. «Parliamo di spazi davvero enormi, la Colonia ha delle potenzialità incredibili, cercheremo di sfruttarle al meglio».
Verso la gara d’appalto
A metà primavera, dopo l’iscrizione delle somme del finanziamento a bilancio, esperiti gli atti programmatici, potrebbero avviarsi le pratiche per l’indizione della gara d’appalto. Da lì, poi, andrebbero conteggiati i tempi tecnici per l’inizio dei lavori. Intanto, assicurano dall’ufficio tecnico, l’area verrà ripulita e saranno installate telecamere di videosorveglianza. Ad aleggiare tra i porticati rotti e le assi di legno tarlate, resteranno solo gli spiriti di quei bambini salvati solo respirando per seicento, lunghi giorni.