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In principio fu una casetta all’inizio di via Popilia e anche Cosenza (qualche anno di ritardo a parte) diede esecuzione alla legge numero 405 del 29 luglio 1975 che – dopo aver soppresso L’Opera nazionale maternità e infanzia – istituiva in Italia i Consultori familiari, nati per tutelare la salute di donne, bambini e adolescenti.
Il 2009, abbandonata la sede originaria, il Consultorio familiare numero 2 trovò casa in via La Pira (traversa di via Popilia) giusto giusto alle spalle della chiesa Cristo Re. Moderna ampia luminosa e funzionale: la struttura non ha nulla che ricordi – sia pur lontanamente – l’aspetto burocratico e ingessato di un ambulatorio medico pubblico dove, varcato l’ingresso, il paziente s’affretta a staccare il numerino che dà diritto a un posto in sala d’attesa.
«La nostra porta è sempre aperta. Chi arriva, viene visitato: basta soltanto avere un po’ di pazienza». Il dottor Luigi Miceli prestava servizio presso l’ospedale Beato Angelo di Acri. «In seguito alla chiusura del reparto di Ginecologia, venni trasferito in questo centro. Dopo trent’anni, e abbandonata nel frattempo la percezione che l’Asp mi avesse “parcheggiato” qui, ho maturato la consapevolezza di svolgere una missione affascinante e piena di gratificazioni».
Il consultorio familiare di via Popilia – ne esiste un altro a via degli Stadi di cui è responsabile sempre il dottor Luigi Miceli – ha registrato lo scorso anno 22mila accessi. La tabella posta all’ingresso elenca nomi cognomi e qualifiche del personale che vi presta servizio: Ginecologia e Ostetricia fanno capo ai dottori Luigi Miceli e Maria Gabriella Milito, Rossella Cilento ostetrica, Divina Gagliardi caposala, Stefania Coppolillo infermiera professionale, Maddalena Marchesani psicologa, Mario Avellino addetto all’accoglienza.

La tessera sanitaria e la carta d’identità sono gli unici documenti richiesti. «Accogliamo le pazienti senza bisogno di un’impegnativa o di una prescrizione. Non esistono liste d’attesa, esclusa l’ecografia transvaginale, per la quale occorre aspettare al massimo quindici giorni», chiarisce il responsabile del Consultorio familiare di via Popilia Luigi Miceli, prima di illustrare nel dettaglio l’offerta sanitaria erogata: «La nostra priorità è la prevenzione. Eseguiamo ogni anno 1.800 pap test e, tra un paio di settimane, arricchiremo le prestazioni mediche con lo screening oncologico (gratuito) di primo livello. Sono molto orgoglioso di questo traguardo, perché saremo i primi a farlo nell’ambito dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Mi riferiscono a esami quali l’isteroscopia, la colposcopia e la laserterapia che diventano necessari in caso di anomalie che siano state evidenziate dal pap test».
Il consultorio familiare di via Popilia è in prima linea anche per quanto riguarda la contraccezione d’emergenza. «Nonostante la pillola del giorno dopo sia venduta ormai in farmacia, senza bisogno di ricetta medica, le giovanissime si rivolgono al nostro ambulatorio in preda all’ansia e chiedono consiglio su come gestire la situazione». In caso di minore età, la legge attribuisce al Consultorio familiare un ruolo preciso. Il dottor Luigi Miceli spiega: «Prepariamo una relazione dettagliata da inviare al giudice tutelare; quest’ultimo, entro cinque giorni, ascolta la ragazza e, preso atto della sua volontà di abortire, autorizza l’interruzione di gravidanza».
Nello studio accanto, la psicologa del Consultorio familiare di via Popilia Maddalena Marchesani ascolta storie di disperazione e disagio sociale che quasi sempre riguardano figli piccoli e richiedono assistenza domiciliare. «Il nostro – continua il dottor Luigi Miceli, che parla anche a nome dei colleghi che lo affiancano quotidianamente – è un lavoro impegnativo che non ha orari. Al momento, il Consultorio opera di mattina dal lunedì al venerdì, e di martedì anche il pomeriggio fino alle 18. L’obiettivo però è quello di rimanere aperti tutti i giorni dalle otto alle venti, mi auguro che dal prossimo mese di gennaio si possa finalmente partire con il tempo pieno. Il servizio che offriamo è un filtro fondamentale del Pronto soccorso e anche le liste di attesa del Cup ne risentono in modo positivo».