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È un trend che non si ferma. Cosenza continua a volare in quanto a prezzi ritoccati al rialzo. La più cara per bere e mangiare, la più cara dove fare la spesa, carissima in vista delle abbuffate natalizie. È quanto emerge dalla mappa delle feste delineata dal Codacons che ha fatto due più due incrociando i dati definitivi dell’Istat sull’inflazione.
Questa nota negativa per i consumatori, comincia a suonare come stonata, troppo stonata. Gli esercenti cosentini difendono il loro: bollette salate, materie prime sempre più costose costringono a forzare la mano, ma l’associazione di categoria non sembra esprimere una giustificazione unitaria e solida, soprattutto convincente. Perché a Cosenza tutto costa così tanto? Riformulando: perché Cosenza, che subisce i contraccolpi di pandemia/guerra e allegati, come tutte le altre città, marcia così risoluta verso primati poco edificanti come quelli del caro prezzi? Forse nella città dei bruzi accade qualcosa che non accade altrove? Non è dato saperlo. Quello che sanno i consumatori è che comprare, mangiare fuori, è diventato un lusso e se l’andazzo continuerà sempre meno persone acquisteranno i beni che acquistavano prima lasciandosi andare definitivamente sedurre dalle sirene del low cost online.
Spesa più cara del 17,4%
L’indagine mette la corona Cosenza in testa per la classifica delle città con i maggiori aumenti alimentari a Natale: nella città calabra i prezzi dei prodotti alimentari aumentano del 17,4% rispetto allo scorso anno; in seconda posizione si colloca Olbia (+16,6%), seguita da Catania (+16,4%), Grosseto (+16,2%), Viterbo, Macerata e Pistoia (+16,1%), Imperia (+16%). I brindisi più cari, invece, si faranno in Toscana: la classifica dei rincari per le bevande alcoliche (vini, spumanti, liquori, ecc.) è guidata infatti da Grosseto e Livorno (+10,2%) seguite da Modena (+9,9%) e Avellino (+9,8%).
Cosa regaleranno gli italiani a Natale? Soprattutto capi di abbigliamento al top tra i regali preferiti: per tali beni i rincari più forti si registrano a Imperia (+8,3%) seguita da Belluno (+7%), Piacenza (+6,8%) e Macerata (+6,4%). Chi ripiega (si fa per dire) sugli elettrodomestici e i prodotti per la casa dovrà sborsare il 10,2% in più a Roma, Arezzo e Livorno. Per quanto riguarda i ristoranti gli aumenti più sostanziosi per Natale o Capodanno saranno a Viterbo, dove i listini dei menu aumentano in media del 12,4% rispetto allo scorso anno; al secondo posto Cosenza con un +11%, seguita da Trento (+10,5%), Olbia (+10,3%) e Palermo (+10,1%).