La psicoterapeuta Roberta Colangelo illustra il progetto avviato dalla Regione Calabria che ha portato all'assunzione di 43 psicologi all'interno di 283 istituti scolastici nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone

La Calabria è stata la prima regione in Italia a istituire la figura dello psicologo a scuola, grazie a uno stanziamento di nove milioni di euro del Fondo sociale europeo. Il progetto ha una durata di tre anni, anche se si pensa di renderlo definitivo.

Discutiamone a scuola” nasce dalla sinergia tra Regione Calabria, Ufficio scolastico regionale e Ordine regionale degli psicologi. Lo scorso 4 novembre, 43 psicologi hanno preso servizio in 285 scuole medie e superiori, per un totale di 2.893 classi. Il progetto ha preso avvio nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, ma presto includerà anche quelle di Vibo Valentia e Reggio Calabria.

La sperimentazione nasce dalla consapevolezza che la scuola rappresenti il luogo privilegiato dove intercettare i segnali del disagio giovanile, offrire ascolto e prevenire fenomeni gravi tra cui disturbi alimentari, isolamento, dipendenze e addirittura atti di autolesionismo.

I dati diffusi in occasione della presentazione del progetto, purtroppo, parlano chiaro: uno studente su tre soffre di disagi psicologici che si manifestano con stati di ansia, depressione e isolamento. «Il 60% dei ragazzi calabresi – ha evidenziato Massimo Aiello, presidente dell’Ordine degli psicologi della Calabria – ha chiesto in passato la presenza dello psicologo a scuola; il 30% ha difficoltà nell’area dell’umore, il 14% è coinvolto in episodi di bullismo e cyberbullismo, il 30% infine mostra dipendenza dai social.

La presenza dello psicologo nelle scuole calabresi non è occasionale, ma rappresenta un punto di riferimento stabile e strutturato. Gli specialisti, selezionati dalle Asp di appartenenza, saranno utilizzati anche nei periodi in cui gli istituti scolastici rimangono chiusi, svolgendo la propria attività al servizio del territorio.

La psicoterapeuta Roberta Colangelo commenta: «Il progetto “Discutiamone a Scuola” non è rivolto soltanto agli studenti, ma anche alla loro famiglie. I genitori devono comprendere che la richiesta di rivolgersi allo psicologo non è un fallimento quanto piuttosto un atto di responsabilità nei confronti del benessere psicologico dei propri figli».

Per quanto riguarda gli obiettivi del progetto, la psicoterapeuta Roberta Colangelo precisa: «La presenza dello psicologo nelle scuole offre la possibilità di cogliere i segnali d’allarme del disagio giovanile, prima che diventino più gravi. Intervenire con tempestività facilità il percorso di recupero. È  fondamentale ridurre la distanza temporale tra l’individuazione della difficoltà e la richiesta di aiuto, dal momento che ancora resiste un certo stigma nel parlare di disagio psicologico».