La Calabria celebra il Natale non solo con luci e feste religiose, ma anche attraverso una tradizione dolciaria che affonda le radici nella storia, nella cultura contadina e nelle credenze popolari. Ogni provincia custodisce ricette uniche, che raccontano storie di famiglia e momenti di convivialità, trasformando la tavola natalizia in un vero viaggio sensoriale fatto di profumi, sapori e colori.

Scaliddri, le piccole scale della tradizione

Gli Scaliddri, conosciuti anche come Scalille, Nacatole o Cannaricoli, sono tra i dolci natalizi più antichi e simbolici della Calabria. La loro caratteristica forma a “piccole scale”, spesso realizzata come spirale racchiusa in un ovale, richiama la culla di Gesù Bambino e l’idea di ascesa verso il cielo. Morbidissimi all’interno e fragranti all’esterno, hanno un leggero retrogusto d’anice e vengono spesso decorati con miele, codette colorate o cioccolato. La loro storia risale all’epoca romana e nel tempo sono diventati un simbolo della convivialità familiare durante le feste, celebrando la nascita di Cristo attraverso un gesto semplice ma ricco di significato.

Susumelle: il dolce dei poveri diventato prelibatezza

Le Susumelle rappresentano un’altra icona del Natale calabrese. Biscotti morbidi e aromatici, realizzati con farina, miele, cioccolato, spezie e frutta secca, erano considerati “il dolce dei poveri”, distribuiti un tempo dalle suore del Regno di Napoli a chi non poteva permettersi prelibatezze. Oggi le Susumelle sono diventate un dolce prelibato, preparato in diverse varianti: con frutta secca o senza, con copertura di cioccolato fondente, bianco, al pistacchio o glassa al cacao. La loro preparazione segna il periodo dell’Avvento, trasformandosi in un rito che unisce sapore, storia e tradizione.

Nacatole: un dolce contadino con storia

Le Nacatole sono dolci tipici della provincia di Reggio Calabria e rappresentano un legame profondo tra Natale e cultura contadina. Di origine bizantina, il nome deriva da “Naca”, ossia culla, simbolo della nascita di Gesù Bambino. Tradizionalmente fritte in casa, le Nacatole venivano preparate come gesto di buon augurio e di rispetto verso il padrone, e oggi sono ancora tramandate di famiglia in famiglia. Oltre a essere servite durante le feste natalizie, spesso vengono utilizzate come bomboniere nei matrimoni, confermando il loro valore simbolico e affettivo. La loro forma ellissoidale e l’impasto semplice ma gustoso le rendono un dolce che unisce semplicità e tradizione.

Chinuliddri e Petrali: dolci ripieni di bontà

I Chinuliddri o Petrali sono dolci ripieni che rappresentano la creatività della pasticceria calabrese. Spesso farciti con ricotta, cioccolato o mostarda, questi dolci sono apprezzati per la loro consistenza morbida e il ripieno goloso. Diffusi in tutto il territorio durante le festività, i Chinuliddri sono un esempio perfetto di come la Calabria riesca a trasformare ingredienti semplici in dolci ricchi di gusto e fascino, capaci di rendere speciale ogni momento delle feste.

Cicirata: il tocco croccante del Natale

La Cicirata è composta da piccole palline fritte, immerse nel miele caldo fino a diventare dorate e croccanti. Simile agli struffoli napoletani, questo dolce è tra i più amati per la sua dolcezza intensa e la consistenza friabile. Tradizionalmente preparata in ogni provincia, la Cicirata è simbolo di convivialità e abbondanza, perfetta da condividere con parenti e amici durante le feste natalizie, spesso decorata con scorze di agrumi canditi o zuccherini colorati.

Turdilli: la magia del miele

I Turdilli, conosciuti anche come Turdiddri o Crustuli, sono piccoli gnocchi fritti a base di acqua, farina, zucchero e vermouth, talvolta arricchiti con uova e cannella. Dopo la frittura, vengono immersi nel miele caldo, processo che prende il nome di “ammelatura”, creando un dolce dorato, morbido all’interno e croccante all’esterno. La loro preparazione è un vero e proprio rito che profuma di Natale: dai vasetti di miele che colano sulle dita alle padelle fumanti, i Turdilli incarnano l’anima golosa e artigianale della tradizione calabrese.

Pitta ‘mpigliata e Pitta ‘nchiusa: storia e varianti

Tra i dolci più ricchi della Calabria ci sono la Pitta ‘mpigliata e la Pitta ‘nchiusa, diffuse soprattutto nelle zone dei Silani e del Crotonese. La prima è una spirale di pasta e frutta secca, conosciuta anche come “pane dei naviganti”, grazie alla sua capacità di conservarsi a lungo e accompagnare i calabresi nei viaggi oltreoceano. La Pitta ‘nchiusa, invece, è più ricca, contiene mandorle tostate ed è preparata a forma di roselline raccolte in teglia, chiuse da uno strato di pasta sottostante. Ogni zona ha la sua versione, con nomi diversi, forme e ingredienti che raccontano storie antiche e leggende locali.