venerdì,Aprile 19 2024

Speciale 2/4: Cosenza, il 2010 in un clic

Dall’esonero di Mimmo Toscano al suo reintegro passando per Glerean. A giugno nasce la guerra intestina destinata a condizionare il resto dell’anno solare. Ezio Glerean in panchina col suo vice Il secondo trimestre dell’anno inizia da Pescara. La fatal Pescara direbbe a posteriori qualcuno. Il Cosenza si presenta all’Adriatico con due direttori generali e un presidente che

Dall’esonero di Mimmo Toscano al suo reintegro passando per Glerean. A giugno nasce la guerra intestina destinata a condizionare il resto dell’anno solare.

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Ezio Glerean in panchina col suo vice

Il secondo trimestre dell’anno inizia da Pescara. La fatal Pescara direbbe a posteriori qualcuno. Il Cosenza si presenta all’Adriatico con due direttori generali e un presidente che da pochissimo è diventato proprietario della stragrande maggioranza delle quote. I Lupi hanno colto due punti nelle ultime tre gare e se vogliono continuare a sperare devono far risultato su un campo difficilissimo. Finisce 3-1 per i biancazzurri e ne scaturisce un viaggio di ritorno più lungo del previsto. Pagliuso, Carnevale e Mirabelli decidono di comune accordo di sollevare Toscano dall’incarico. E’ la notte di Pasqua. La decisione viene comunicata al diretto interessato la sera stessa non appena tornato in città. Il sostituto è Ezio Glerean, presente in tribuna già un mese prima a Foggia, segno che il rapporto scricchiolava da un po’. Il coach di Cardeto indice una conferenza e spiega: “Lascio una squadra a 40 punti, a due lunghezze dai playoff e pure in finale di Coppa Italia. Sono certo che con Toscano o senza Toscano questa squadra riuscirà a centrare i playoff, a vincere il campionato e a vincere la Coppa Italia. Ringrazio anche il direttore Mirabelli che mi ha dato la possibilità di allenare e vincere col Cosenza. Lo ringrazio anche per come ha creduto in me anche nel braccio di ferro con Carnevale. Ma evidentemente anche lui alla fine si è dovuto arrendere”. Glerean invece dichiara: “Non sono un mago, ma domenica voglio la partita della vita dai miei calciatori”. Parole gettate al vento dato che il Rimini passeggia al San Vito per 3-0. Il pubblico dimostra di non aver gradito la decisione e invoca il nome di Toscano. In campo i rossoblù sembrano fin troppo spaesati e si espongono all’ennesima figuraccia. Il tecnico veneto nel post-partita commenta laconicamente: “Pare che i ragazzi abbiano giocato il match ancor prima di scendere in campo e il risultato si è visto negli errori in fase difensiva e sotto porta”. Dopo qualche giorno va in scena la finale di andata di Coppa Italia: si gioca a Lumezzane, club del girone A della Prima divisione. Dopo pochi minuti il Cosenza è già sotto di tre gol: finirà 4-1 con il trofeo già ipotecato dai nostri avversari (al ritorno sarà 1-1). La domenica seguente a Terni arriva uno 0-0 tra gli sbadigli: nessuna delle due squadre dà mai l’impressione di poter vincere la contesa. Alla 32esima giornata ecco il Ravenna del bomber Piovaccari. Giallorossi avanti 2-0 alla fine del primo tempo, vengono raggiunti nella ripresa da Danti e De Pascalis. I pochi tifosi che seguono ancora la squadra fischiano ugualmente perché sul 2-2 nessuno dei 22 in campo tira più in porta. Il 28 aprile Luca Pagliuso e Giuseppe Carnevale iniziano a condividere il pacchetto di maggioranza dopo un accordo siglato dal notaio Gisonna. A distanza di sette anni così, la famiglia Pagliuso torna ufficialmente nel Cosenza 1914. A Portosummaga La Canna, uno dei fedelissimi di Glerean, regala l’1-1 alla sua squadra con la fascia di capitano sul braccio. I Lupi si salvano in campionato, ma perdono la faccia all’ultimo match quando cedono pure al Taranto (1-0). L’allenatore del Cittadella dei miracoli saluta tutti e se ne va, subito dopo la società fa circolare tre nomi altisonanti per sostituirlo: si tratta di Giannini, Atzori e Moriero. Siamo ancora al 10 maggio e l’estate che da lì a breve inizierà sarà una delle più calde di sempre. I soci intervengono continuamente in pubblico dicendo tutti una cosa diversa. L’unica certezza è che il fiscalista romano Oliverio tratta con la proprietà per acquisire delle quote e lo fa con inconti frequenti. Nel frattempo tiene banco la nuova assemblea dei soci che slitta di settimana in settimana rimandando decisioni importanti. Il 6 giugno il colpo di scena: l’ad Iannucci senza passare per l’ufficio stampa invia un comunicato alle redazioni dei giornali e informa tutti delle sue dimissioni. “Negli ultimi tempi ho invitato tutti i soci anche pubblicamente affinché venissero poste in essere una serie di adempimenti richiesti dalla COVISOC ed in particolare la delibera e la sottoscrizione del nuovo Capitale Sociale con un importo minimo di un milione e mezzo di euro. Tale adempimento è stato solo parzialmente rispettato in quanto non è stato sottoscritto alcunché con il conseguente rischio di deferimento ed iscrizione“.  Dopo pochi giorni i dirigenti mettono a posto le cose e regolarizzano ogni cosa, ma ha inizio una lotta intestina che si concluderà soltanto sei mesi dopo. Da una parte ci sono Pagliuso e Carnevale (che vuole cedere il suo pacchetto), dall’altra Mirabelli e De Rose. Il presidente di Confindustria Calabria dice di avere una serie di imprenditori pronti ad investire nel Cosenza a patto che la società sia orizzontale. Iniziano una serie di incontri logoranti per i protagonisti e l’intera tifoseria costretta ad assistere impotente al teatrino. Il 28 giugno viene iscritta la squadra al campionato e per quanto riguarda l’allenatore, il Cosenza non riesce a chiudere con nessuno dei tre nomi di cui sopra. Si vira con decisione nuovamente su Mimmo Toscano, ancora sotto contratto.  (cosenzachannel.it)
– fine seconda parte
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