AMMINISTRATIVE 2016 | Gelati e strette di mano, il viaggio di Sgarbi nel centro storico [VIDEO]
Il critico di arte ha presentato insieme ad Occhiuto la lista de “Il partito della Rivoluzione” attaccando Guccione: «Non ha mai letto un libro di urbanistica» Vittorio Sgarbi tra la gente di Cosenza per presentare la lista “Il partito della rivoluzione”. Il critico d’arte di Ferrara stamattina ha percorso tutto il centro della città dei
Il critico di arte ha presentato insieme ad Occhiuto la lista de “Il partito della Rivoluzione” attaccando Guccione: «Non ha mai letto un libro di urbanistica»
Vittorio Sgarbi tra la gente di Cosenza per presentare la lista “Il partito della rivoluzione”. Il critico d’arte di Ferrara stamattina ha percorso tutto il centro della città dei Bruzi, partendo da piazza Bilotti e arrivando a corso Telesio per scoprire le piccole attività commerciali del centro storico. Ha stretto le mani come un vero politico e si è fermato nello storico bar “Zorro” in piazza Valdesi per degustare un ottimo gelato. Poi è entrato in una libreria e si è fermato a salutare le persone sedute ai tavolini del bar. Arrivato al punto d’incontro in largo Antoniozzi dove si svolge il comizio, è stato accolto da un discreto numero di persone che lo attendevano, tra cui il candidato a sindaco Mario Occhiuto (guarda VIDEO in basso). L’ex primo cittadino nel corso del suo intervento ha focalizzato l’attenzione sul centro storico, parlando degli interventi necessari che sono stati fatti e che dovranno essere una delle prerogative future qualora diventasse di nuovo sindaco di Cosenza. Un’idea di città antica che deve essere valorizzata e riqualificata rispetto a un progetto passato che ha portato all’espansione senza criteri di un territorio che spesso è stato abbandonato al proprio destino. «Guccione forse non ha mai letto un libro di urbanistica». Vuoi per il caldo vuoi per l’orario le presenze non erano tante. Tuttavia Sgarbi è riuscito ad animare i presenti.
CAPRE E… CAVOLI AMARI. Non è Sgarbi se non parla di sesso nel modo più volgare del termine per far riferimento al rapporto travagliato di Berlusconi con le donne e i magistrati, non è Sgarbi se non mette un po’ di pepe nel commentare la composizione delle liste di Occhiuto: «Mario, sono 15! E’ una stronzata». Non è Sgarbi se non afferma che i giudici che sbagliano a giudicare una persona mafiosa o coinvolta indirettamente in un sistema corrotto devono «andare in galera, perché hanno distrutto Salemi dopo che riuscì a farla diventare la capitale culturale dell’Italia». Di Cosenza e dei cosentini ha un ottimo ricordo, sin dal 1989 quando si accorse che il centro storico cittadino non era per niente valorizzato e fu fortunato a trovare l’allora sindaco Giacomo Mancini disponibile a riqualificare e migliorare la zona vecchia. Riqualificazione e restaurare con delicatezza. «La parte viva di Cosenza è questa e bisogna farla convivere con l’altra parte della città che è vivente. L’assessorato al centro storico serve a questo: a cominciare dal racconto umoristico su Alarico che Occhiuto si è inventato».
Poi cala l’asso della “Carta del restauro”, «d’intesa con il ministro Franceschini» che servirà a stabilire dei criteri per intervenire in quei palazzi che non devono essere intonacati di bianco ma semmai restaurati seguendo una logica ben precisa che può essere quella anche di mantenere quasi intatto la facciata “con le rughe”. Perché «Non si può rinnovare cancellando la storia». Poi spiega i motivi che lo hanno indotto ad accettare l’accordo con l’ex sindaco: «Mario ama questa città che non tradirebbe mai. Anzi, lancio lo slogan: meglio tradire la moglie che Cosenza». Da una parte c’è Occhiuto mentre dall’altra – dice Sgarbi – ci sono gli amici di Verdini. E quando torna ad affrontare il tema della cultura e delle bellezze del centro storico, conclude il suo intervento così: «Basta speculazione edizioni, ripopoliamo il centro storico e restauriamo i palazzi decaduti ma non come quello che ho alle mie spalle». Dopo Matera «Cosenza può diventare la capitale della bellezza del Meridione, un’opera che servirà a unire questo territorio all’Italia: io Garibaldi e lui Cavour». Tra i presenti Eva Catizone e diversi candidati a sostegno di Occhiuto. (a. a.)