Voto di scambio a Castrolibero, oggi la Dda chiede di nuovo l’arresto di Orlandino Greco
E’ una giornata importante per la Dda di Catanzaro. Stamattina l’Ufficio inquirente diretto dal procuratore capo Nicola Gratteri chiederà per la seconda volta l’arresto del consigliere regionale Orlandino Greco, sospettato di voto di scambio quando era sindaco di Castrolibero. I fatti contestati vanno dal 2008 al 2013. In prima battuta il gip Distrettuale di Catanzaro
E’ una giornata importante per la Dda di Catanzaro. Stamattina l’Ufficio inquirente diretto dal procuratore capo Nicola Gratteri chiederà per la seconda volta l’arresto del consigliere regionale Orlandino Greco, sospettato di voto di scambio quando era sindaco di Castrolibero. I fatti contestati vanno dal 2008 al 2013.
In prima battuta il gip Distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore ha rigettato quasi tutte le richieste di misura cautelare avanzate dal pubblico ministero antimafia Pierpaolo Bruni, ad eccezione di Mario Esposito ritenuto affiliato al clan “Rango-zingari” di Cosenza. Quest’ultimo, poi, è stato scarcerato dal Riesame.
Oggi però il Tdl in sede di Appello dovrà valutare il ricorso presentato dal procuratore capo Gratteri e dal sostituto procuratore Camillo Falvo che è fondato esclusivamente sulle indagini svolte negli anni scorsi dal pm Bruni. Nessun nuovo elemento probatorio è stato inserito nella nuova richiesta di arresto, anzi. La Dda ha duramente contestato le motivazioni del gip, ritenendo valido tutto l’impianto accusatorio oltre che per Greco anche per Aldo Figliuzzi, Mario Esposito, Alessandro Esposito, Marco Foggetti, Fabio Bruni e Giuseppe Prosperoso.
Ciò che ha scritto il gip Maiore ormai è noto, ma è interessante approfondire ancora di più l’inchiesta evidenziando altri particolari finora non del tutto emersi che sicuramente saranno fermamente contestati dagli avvocati difensori.
In tal senso è fondamentale ripercorrere i momenti precedenti e successivi alla nascita della cooperativa di tipo B denominata “Orizzonte Verde” che sarebbe stata creata su incipit di Greco e Figliuzzi per mantenere fede agli impegni elettorali per i quali la cosca Bruni “bella bella” si era spesa a favore dell’attuale consigliere regionale ed ex vicesindaco di Castrolibero. Le Comunali interessate erano quelle del 2003 come sostenuto la seconda volta dal collaboratore di giustizia Ernesto Foggetti.
Il presidente di “Orizzonte Verde” era Gianni Valder che subentrò ad Enrico De Rose nominato per la massima carica solo in sede di costituzione. Tra i soci fondatori vi erano anche Mario Esposito e Marco Foggetti.
Sul punto, Ernesto Foggetti disse che la costituzione della cooperativa di tipo B «era frutto dell’accordo raggiunto durante la campagna elettorale del 2003 e non del 2008». Secondo il pentito, “Orizzonte Verde” fu costituita perché suo padre, Vincenzo Foggetti e altri affiliati dei Bruni «si erano impegnati a procacciare voti a favore dei predetti Greco e Figliuzzi e in cambio avevano ricevuto dai due predetti candidati la promessa di creare occupazione lavorative e di guadagno a favore di sodali alla cosca Bruni medesima attraverso la costituzione della cooperativa in questione, cosa che in effetti avvenne successivamente».
Secondo quanto raccontato da Orlandino Greco, Aldo Figliuzzi e Gianni Valder, Mario Esposito dopo essere stato assunto non si sarebbe quasi mai recato sul posto di lavoro a svolgere le sue funzioni e di ciò sarebbe stato informato l’ex sindaco che a sua volta decise di inviare una lettera di “ammonimento” al presidente affinché redarguisse sia Esposito che Marco Foggetti, il quale dopo una serie di richiami avrebbe imboccato la strada giusta.
Qui si inseriscono le minacce ricevute da Greco che sarebbero state fatte da Mario Esposito, il quale non avrebbe gradito l’avvio delle procedure di licenziamento visto che «era così arrogante e tracotante da rifiutarsi di apporre anche solo la firma» dichiarò Ernesto Foggetti.
Valder, come evidenziato dal pm Bruni in fase di richiesta di mozione cautelare, raccontò una versione differente rispetto a Greco. Il presidente di “Orizzonte Verde” disse ai carabinieri che «Mario Esposito e Marco Foggetti erano spesso assenti dal lavoro» e nonostante le sue raccomandazioni avrebbero continuato a fare di testa loro. «Spesso si comportavano da bulli ed avevano un atteggiamento tale, da suscitare in me il timore di ritorsioni da parte loro. Io segnalavo queste loro assenze dal lavoro, sia a Greco che a Figliuzzi, i quali mi dicevano di tollerare tale situazione». Lo stesso aggiunse di aver ricevuto solo una volta la missiva di Greco che lo invitava a “vigilare” sull’andamento lavorativo di Esposito e Foggetti.
Anche Figliuzzi ha confermato il narrato di Valder in particolare modo quando parlò di Greco e dell’intenzione di tollerare gli atteggiamenti dei due.
Secondo la Dda, i due politici si sarebbero contraddetti quando hanno parlato del licenziamento di Esposito e Foggetti. Per Greco e Figliuzzi sono stati cacciati dalla cooperativa per le loro negligenze, ma il presidente di “Orizzonte Verde” evidenziò che in realtà furono mandati via quando vennero arrestati e non prima. «Incaricavo la commercialista a ciò deputata a provvedere a redigere le opportune pratiche contabili atte a risolvere definitamente il rapporto lavorativo col dipendente in questione», relativamente ad Esposito che di conseguenza non percepì più alcuna remunerazione.
Sempre Valder sottolineò come Aldo Figliuzzi in una seconda fase gli avrebbe sollecitato la riassunzione di Mario Esposito allorquando fu scarcerato. «Non sono stato io assolutamente a voler riassumere Esposito nella cooperativa» mise nero su bianco. «Acconsentii alla richiesta poiché in un certo qual modo l’amministrazione comunale era l’ente preposto a disporre gli affidamenti periodici tramite i quali noi tutti della cooperativa “Orizzonte Verde” percepivamo del reddito e quindi ho aderito alle indicazioni», ribadendo infine di non avere «alcun potere decisionale e tutto veniva deciso congiuntamente da Figliuzzi e Greco».
In un secondo momento Orlandino Greco sarebbe stato avvicinato da Fabio Bruni e Giuseppe Prosperoso. I due prima avrebbero chiesto un prestito, poi si sarebbero spinti oltre avanzando “pretese” lavorative affinché l’allora sindaco gli affidasse qualche appalto. Episodi che – a dire del consigliere regionale – sarebbero stati raccontati al «Questore dell’epoca di Cosenza» il quale avrebbe detto a Greco «”farò quello che devo fare”».
Questa mattina, dunque, dovrebbe essere il pm Camillo Falvo a partecipare all’udienza in rappresentanza della pubblica accusa, mentre dall’altra parte ci sarà un collegio difensivo – composto tra gli altri dagli avvocati Enzo Belvedere, Franco Sammarco, Pasquale Naccarato e Antonio Gerace – molto agguerrito e deciso a respingere tutte le accuse che, in tema di gravità indiziaria, in grandissima parte sono state già valutate in senso positivo dal gip Distrettuale di Catanzaro in favore delle difese. (Antonio Alizzi)