L’aviosuperficie di Scalea in una landa desolata. «Barbieri è un pazzo»
La terza opera pubblica che doveva essere costruita da Giorgio Ottavio Barbieri rimarrà, forse, l’ennesima cattedrale nel deserto. Il tormentone si ripete anche a Scalea. Barbieri è un uomo del clan Muto o un imprenditore che ha sempre fatto il passo più lungo della gamba? Tralasciando la prima ipotesi, di cui ve ne abbiamo parlato
La terza opera pubblica che doveva essere costruita da Giorgio Ottavio Barbieri rimarrà, forse, l’ennesima cattedrale nel deserto.
Il tormentone si ripete anche a Scalea. Barbieri è un uomo del clan Muto o un imprenditore che ha sempre fatto il passo più lungo della gamba? Tralasciando la prima ipotesi, di cui ve ne abbiamo parlato in un altro servizio, è indubbio che il 42enne arrestato dalla Dda di Catanzaro non era in grado di costruire con fondi propri – ovvero per la parte privata – piazza Bilotti, gli impianti sciistici e l’aviosuperficie di Scalea.
L’aviosuperficie di Scalea
Le procedure di realizzazioni dell’opera pubblica nell’Alto Tirreno cosentino fanno emergere le modalità scellerate di Barbieri nel campo delle costruzioni edili.
Secondo una prima stima, i lavori del Lotto I e di quelli oggetto di finanziamento aggiuntivo dovevano terminare il 30 novembre 2015. Tutti i protagonisti, pubblici e privati, dell’appalto di Scalea (i già conosciuti Barbieri, Tucci, Latella e Zinno, cui si aggiungono Gianluca Guarnaccia e Marco Trozzo) «”lavorano” all’obiettivo comune di assicurare il formale rispetto di questa scadenza (“mettere le carte a posto”), mediante la redazione di SAL attestanti falsamente come eseguiti lavori per nulla o solo in parte avviati, e comunque privi di qualsiasi idoneità funzionale».
I problemi maggiori per gli indagati arrivano alla redazione del IV Sal (stato di avanzamento dei lavori) dove «la collusione di tutti i soggetti, pubblici e privati, risulta eclatante». Il 3 dicembre 2015 Marco Trozzo, il direttore di cantiere subentrato a Liuzzi, chiede a Tucci indicazioni tecniche per la realizzazione della piazzola helipad e il 7 dicembre 2015 l’ing. Guarnaccia riferisce a Barbieri che Cozza, fornitore degli infissi, ancora in attesa del materiale, non inizierà a montare prima del successivo 15.12.2015, prevedendo di terminare entro Natale.
Due giorni dopo la sezione aerea della Guardia di Finanza sorvola l’aviosuperficie di Scalea e documenta fotograficamente il reale stato di avanzamento dei lavori, conclamando la falsità delle percentuali indicate nei citati SAL. Ovvero che la strada d’accesso al garage fosse stata eseguita al 100%, che il terminal bus, ripristino aree verde e luci piazzale fossero stati eseguiti al 100% e che il raccordo stradale con la SS 18 fosse stato eseguito al 95%.
In verità, scrivono i finanzieri, «la strada d’accesso era in stato embrionale, la sistemazione del terminal e dell’area limitrofa realizzata in modo parziale e la strada di collegamento con la SS 18 in patente ritardo». Il Sal dei lavori complementari, invece, attestava che la piazzola helipad fosse stata realizzata al 97%, che gli infissi interni ed esterni fossero stati realizzati al 98%, che l’impianto di climatizzazione fosse stato realizzato al 98%. Tuttavia, della piazzola helipad era stato realizzato solo lo scavo, degli infissi erano stati montati solo i controtelai e l’impianto di condizionamento non era ancora stato installato.
Le preoccupazioni di Trozzo e il ruolo di Cittadini
Nel capitolo sulla frode di pubbliche forniture, c’è una intercettazione molto significativa tra Trozzo e Barbieri. Ma prima di arrivare a ciò, salta agli occhi l’ingresso di Carlo Cittadini, titolare della Cittadini srl, società partecipata da Barbieri e, alla pari di questi ,coinvolto nella recente operazione “Cumbertazione-5 Lustri”.
Cittadini infatti consiglia di non “buttare soldi” con il “misto” ma di limitarsi astendere 7 cm di binder (conglomerato a basso tenore di bitume) e 3 cm di tappetino (malta bituminosa). La Finanza: «L’invito rivolto al direttore dei lavori da chi è incaricato, in subappalto, della realizzazione della strada, sgombra ogni dubbio circa la piena consapevolezza di quali fossero le specifiche tecniche del progetto approvato».
Trozzo e Barbieri parlano, mentre gli investigatori li ascoltano.
Trozzo: “Ti dico un’altra cosa…quella strada sta nascendo sul limo, cioè sabbie mobili!! Se non sia mai, se non sia mai quella strada, si crea un avvallamento causa il limo, ok?!, e vanno a fare un’indagine per verificare come è stata fatta e manca lo strato dello stabilizzante sono guai!!…Io te lo dico veramente, lo so che…io sono più per te, per tirarti a risparmiare, ma credimi se non sia mai si presenta qualcosa, vanno a fare un sondaggio lì siamo rovinati poi!”.
Barbieri: “Si…ma tu non puoi fare un po’ di meno di misto, risparmiare un po’ sul misto…?” –
Trozzo: “Volendo sì!! Invece di fare da 10, lo facciamo da 5 a sto punto…”
Barbieri: “Ehh, capito?? Una via di mezzo!! Fai 5, invece di 10 fallo da 5 e poi facciamo il tappetino da 7, hai capito?!” –
Trozzo: “Ohhh!! Perché, qualora viene fuori un carotaggio di verifica siamo rovinati!!”;
omissis
Trozzo: “10 cm…sì…anzi, addirittura ti dirò, guarda…eh…noi di progetto ne avevamo previsti nel computo metrico 30 cm…abbiamo esagerato proprio…con il misto stabilizzato. Io tenderei a stare sotto i 10 lì dove possoe…in alcune parti anche 5-6…”)
Sempre Trozzo continua ad esprimere le sue perplessità circa lo stato dei lavori, nonostante sia il direttore del cantiere. E ne parla con Francesco Tucci, direttore dei lavori.
Trozzo: “ingegnè..omissis…la nuova rete in ghisa che abbiamo messo neltratto della strada nuova ha già presentato una perdita!
omissis
Trozzo: “Stavo dicendo che, evidentemente s’è abbassata un po’ la strada, visto e considerato che la ghisa è rigida come tubazione, abbassandosi la strada avrà creato una crepa o s’è spaccato un giunto, non lo so…ancora dobbiamo andare a verificare…
Lo so!!, però è una cosa che vi volevo solo rendere noto perchè io la mia paura è che è una cosa che si può presentare su diversi punti sulla strada nuova visto che…comunque si muove poco poco, no?!
Tucci: “Ma non doveva succedere, no, nella maniera più assoluta…”
Se Giorgio Barbieri è un «pazzo!!!»
L’operazione è denominata “Landa desolata” perché uno degli indagati dell’inchiesta definisce tale l’aviosuperficie di Scalea. A dirlo è proprio Francesco Tucci, direttore dei lavori realizzati da Barbieri, al consigliere d’amministrazione della società “Lorica Ski”, Arturo Veltri.
I casini iniziano quando Barbieri spiega a Trozzo di aver provveduto a programmare una cerimonia inaugurale della struttura di Scale alla presenza del Governatore Oliverio.
Barbieri: “Si, ehh…praticamente il 5 dovremmo organizzare la cosa con il Presidente…”
Trozzo: “Si, me l’aveva detto ieri Ortolani, me l’aveva anticipato…”
Barbieri: “Ok, il 5…ora, ovviamente priorità asfalto, bitume, aria condizionata e sistemazioni varie…perché per dare, come dire, una parvenza di cosa finita ovviamente, se non c’è l’hangar lo sappiamo non fa niente…ok?!”.
Tucci, dunque, va su tutte le furie. E le sue parole sono emblematiche sulla consapevolezza della precarietà dell’opera pubblica.
Tucci: …”però, sì, però il problema Artù è un altro…il problema è che io sono andato a Scalea ed è una landa desolata!! Con l’erba a campi, cioè”…
Veltri: “Ahh, quindi non è positiva la situazione in cantiere??”
Tucci: “Ma è una cosa che…ci viene il Presidente e dice ma questo è pazzo!!, che cazzo mi fa venire qua, a fare che??…è una cacata mai vista!!”
Veltri: “E perché allora fa…perché ha premuto a fare st’inaugurazione…??!”
Tucci: “È pazzo!!”
Veltri: “Ma almeno la struttura c’è là, al chiuso, l’hangar, è tutto finito o no?!”
Tucci: “Noo, l’hangar è…l’hangar e il coso non ci sono proprio, le luci, la strumentazione non c’è…vabbè, quello uno non se ne accorge…ma se il resto è erba incolta, cacate mai viste, l’aerostazione è bombardata…di che stiamo parlando??!”
Veltri: “Ma l’aerostazione dentro è finita o non è finita nemmeno…?”
Tucci: “Dentro, dentro abbastanza…ma dentro, l’aerostazione finita dentro chissà che cos’è, ohi…meno di niente!! Era già finita prima che cominciassero i lavori!!);”.
Il rischio di finire sotto inchiesta per truffa
La figura di Trozzo torna d’attualità il 21 ottobre 2016 quando esterna le sue preoccupazioni a Tucci di finire sotto inchiesta per truffa. «”Però c’è un fatto ingegnè che se non sia mai esce fuori che non è stato fatto quell’ultima parte di bitumazione noi andiamo proprio nei guai in maniera seria, perché è truffa!!”». Questo perché i collaudatori avevano rilevato «il notevole rallentamento della produttività, che si protrae oramai da diversi mesi, ha determinato una bassa percentuale di avanzamento dei lavori relativi alla parte privata, mentre i lavori relativi alla parte pubblica risultano prossimi alla ultimazione. Sulla criticità sopra evidenziate che riguardano, da un lato, gli attuali obblighi contrattuali delConcessionario e, dall’altro, le azioni che l’Amministrazione intendeintraprendere nelle sedi opportune per rendere l’opera pienamente fruibile ecollaudabile, si rende necessario acquisire una dettagliata relazione da parte del direttore dei lavori».
La commissione europea boccia l’aviosuperficie di Scalea
Dopo gli arresti di “Cinque Lustri”, ovvero l’inchiesta che ha portato in carcere Barbieri ritenuto vicino al clan Muto, l’opera di Scalea viene sottoposta a sequestro penale e la commissione europea decide di procedere al ritiro del progetto dell’avio-superficie di Scalea dal programma di finanziamento FESR-POR, in quanto inammissibile, nonché alla de-certificazione dei pagamenti già eseguiti.
Un’opera pubblica destinata a rimanere una cattedrale in una landa desolata. (a. a.)