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Piazza Bilotti, quell’archiviazione “conosciuta” dagli indagati

Piazza Bilotti è come il prezzemolo: si trova in quasi tutte le inchieste della magistratura inquirente dal 2017 al 2018. C’è tanto materiale in “Lande desolate”, l’inchiesta della Dda di Catanzaro sugli appalti pubblici di Lorica e Scalea. Di qualsiasi cosa si parli, che sia di una richiesta di entrare nella commissione d’esami per abilitarsi

Piazza Bilotti, quell’archiviazione “conosciuta” dagli indagati

Piazza Bilotti è come il prezzemolo: si trova in quasi tutte le inchieste della magistratura inquirente dal 2017 al 2018.

C’è tanto materiale in “Lande desolate”, l’inchiesta della Dda di Catanzaro sugli appalti pubblici di Lorica e Scalea. Di qualsiasi cosa si parli, che sia di una richiesta di entrare nella commissione d’esami per abilitarsi alla professione di avvocato o che sia un decreto ingiuntivo da fermare per evitare fraintendimenti, l’argomento “piazza Bilotti” sta sempre in mezzo. Sia a livello materiale, con l’indagine della Guardia di Finanza di Cosenza che doveva dimostrare le presunti frodi sui materiali utilizzati per realizzare l’ex piazza Fera, sia nei soggetti che per un motivo o per un altro, alcuni anche facenti parte della commissione Alta vigilanza, si interessano dei lavori per la grande opera pubblica di Cosenza. 

Imprenditori interessati a piazza Bilotti

Stamane abbiamo raccontato dei tentativi di alcuni noti imprenditori cosentini di agganciare il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto affinché quest’ultimo parlasse con Giorgio Ottavio Barbieri per stabilire lavori in subappalto: o per piazza Bilotti o per Lorica.

I colloqui intercettati dalla Guardia di Finanza di Cosenza risalgono al 3 giugno del 2015, quando un noto politico cosentino si fa da “garante” per portare avanti la “causa” dell’imprenditore. Nella data sopraindicata, il costruttore – in passato implicato in processi di mafia – si scusa con il suo amico di non averlo potuto rispondere subito, perché in quel momento stava «parlando con un magistrato», evidenziano e sottolineano in grassetto i finanzieri del Comando provinciale di Cosenza. Chi sia il togato che abbia parlato con l’imprenditore non è dato saperlo.

Piazza Bilotti, quella strana fuga di notizie

La Finanza di Cosenza, sperando di corroborare la tesi investigativa che i clan della città, attraverso imprenditori vicini, stessero tentando di entrare nell’appalto di piazza Bilotti, scoprono ben altro. E una in particolare riguarda la loro attività tecnica. Quella che porta dritti alla procura di Cosenza che nell’estate del 2015 chiede all’ufficio gip del tribunale di Cosenza di archiviare il fascicolo aperto per verificare la sussistenza delle seguenti ipotesi di reato: abuso d’ufficio o omissioni di atti d’ufficio, falso, truffa e frode in pubbliche forniture.

L’anomalia di tutta la vicenda è che uno degli indagati di piazza Bilotti, filone Cosenza, ovvero il direttore dei lavori, Francesco Tucci, due mesi prima del decreto di archiviazione firmato dal gip di Cosenza, Giusy Ferrucci, riferisce a Giorgio Ottavio Barbieri che «la richiesta di archiviazione è transitata stamattina, pochi minuti fa, all’ufficio gip». Il giorno in cui scrive questo messaggio è il 31 luglio 2015. Tucci, inoltre, aggiunge: «Si tratta di una corposa e articolata richiesta che dà risposte conclusive e favorevoli non solo sugli aspetti a noi conosciuti, ma ad una serie di rilievi che nel corso dell’indagine la Guardia di Finanza ha prodotto». Il decreto di archiviazione arriva due mesi dopo: è il 23 settembre del 2015. (a. a.)

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