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Piazza Bilotti sequestrata dopo 1224 giorni dall’inaugurazione: perché?

Sono passati circa 3 anni e 4 mesi dall'inaugurazione al giorno del sequestro. Ma piazza Bilotti è sempre di più al centro di un mistero.

Piazza Bilotti sequestrata dopo 1224 giorni dall’inaugurazione: perché?

La nuova inchiesta su piazza Bilotti, opera ultra milionaria realizzata a Cosenza, partorisce 1224 giorni dopo l’inaugurazione voluta dal sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto e propedeutica per il primo concerto nell’ex piazza Fera, del cantante spagnolo Alvaro Soler e tre anni dopo per il concerto del vincitore del Festival di Sanremo, Mahmood (28 settembre 2019, Invasioni). La domanda che poniamo è la seguente: perché ci sono voluti tre anni e quattro mesi per mettere i sigilli a una struttura che il gip di Catanzaro ha definito pericolante, avvalorando la tesi della Dda di Catanzaro? Vediamo di analizzare nel dettaglio cos’è successo dal 17 dicembre 2016 ad oggi. (LEGGI QUI LA LISTA DEGLI INDAGATI)

La prima inchiesta di piazza Bilotti non c’entra con quella di oggi

A scanso di equivoci, è evidente che le indagini della Guardia di Finanza siano state puntuali, avendo informato per tempo l’autorità giudiziaria sull’andamento delle indagini su Giorgio Ottavio Barbieri. Parliamo quindi di circa un anno dopo l’avvio del procedimento penale, 2015, contro il costruttore romano-cosentino che, in un primo momento, era stato ritenuto vittima del clan Muto di Cetraro, poi accusato di farne parte, ma assolto dal tribunale collegiale di Paola.

La Corte di Cassazione: «Giorgio Barbieri non è mafioso»
Giorgio Ottavio Barbieri

Prima di arrivare alle intercettazioni di Francesco Tucci, direttore dei lavori di piazza Bilotti, è bene chiarire che questa inchiesta non è mai arrivata sulle scrivanie della procura di Cosenza. L’indagine aperta e archiviata dall’ufficio inquirente della città dei bruzi, riguardava altre ipotesi di reato. Piazza Bilotti, infatti, in quel periodo era un grande cantiere aperto. Non c’era nulla di tutto ciò che oggi viene contestato dai magistrati, coordinati dal procuratore capo Nicola Gratteri.

L’intercettazioni inchiodano Tucci e gli altri

Francesco Tucci non poteva mai immaginare che nel dicembre del 2016 la Guardia di Finanza, su mandato della Dda di Catanzaro, indagava su di lui, su Giorgio Ottavio Barbieri, Gianluca Guarnaccia, Mario Occhiuto e tanti altri. Siamo nella fase post-elezioni comunali, quando il sindaco di Cosenza vince col 60% dei voti. Succede, tuttavia, che la magistratura antimafia valuta diverse ipotesi di reato, tra le quali quella che l’architetto avesse potuto favorire ditte in odor di mafia che avrebbero preso lavori in sub-appalto per piazza Bilotti. Ipotesi, tuttavia, non fondata e archiviata.

I problemi strutturali sulle travi sovrastanti il Museo Multimediale

Ritornando a governare Palazzo dei Bruzi, Mario Occhiuto punta con decisione ad aprire piazza Bilotti al pubblico per il primo Capodanno post-elezioni. Dalle intercettazioni captate dalle Fiamme Gialle emergono pressioni per inaugurare l’opera il 17 dicembre, alla presenza di migliaia di persone. La piazza, tuttavia, non era stata collaudata e quindi non poteva essere aperta al pubblico. (LEGGI QUI)

Così scrive il gip: «Deve ritenersi falsa l’attestazione depositata dal direttore dei lavori Francesco Tucci presso la Regione – Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, Ufficio tecnico regionale, avente ad oggetto la “Relazione a Struttura Ultimata del progetto “riqualificazione e rifunzionamento ricreativo culturale di piazza C. Bilotti e realizzazione di un parcheggio multipiano interrato”, del 20 dicembre 2016, dal momento che, a quella data, come già ampiamente visto, i controlli di cui ai documenti allegati non erano in realtà ancora stati eseguiti». E aggiunge: «All’interno della piazza insistono tre travi di acciaio della lunghezza di metri 21,70 ciascuna, che sovrastano l’area in origine destinata al Museo Multimediale». 

Gli esami del laboratorio di Catanzaro e i documenti mancanti per piazza Bilotti

Il laboratorio Ngt-Test Srl di Catanzaro controlla le travi il 20 dicembre 2016, tre giorni dopo l’inagurazione. «L’esame del laboratorio tuttavia manifestava, sin dal primo giorno, l’esistenza di piccole fessure e/o crateri che dovevano essere oggetto di ripristino. Per tale motivo la società appaltatrice faceva intervenire dei saldatori i quali operavano per eliminare i difetti riscontrati su una struttura già aperta al pubblico in data 15 dicembre».

Il posizionamento delle travi contestate (foto Guardia di Finanza)

Prima dell’inaugurazione, tutti i componenti avrebbero dovuto presentare all’ex Genio civile di Cosenza una serie di documenti per ottenere, di conseguenza, il certificato di collaudo. «Nei fatti le cose sono andate diversamente in quanto la presentazione della relazione a struttura ultimata presso l’ex Genio civile di Cosenza avveniva il 21 dicembre 2016», quattro giorni dopo l’inaugurazione. Ma quello che veniva allegato in questa data era solo il frontespizio dell’allegato S e non i certificati veri e propri, depositati in seguito.

Dal livello C al livello D: ecco perché

L’amministrazione comunale di Cosenza può inaugurare piazza Bilotti, nonostante il 27 dicembre – ovvero 10 giorni dopo – il laboratorio di Catanzaro fosse in procinto di emettere un giudizio negativo sulle travi esaminate. Questo avrebbe impedito di terminare il collaudo entro la fine dell’anno e l’unica strada da percorrere era quella di avere una dichiarazione di accettabilità delle travi dall’ingegnere Francesco Stellato, progettista delle travi di acciaio del museo, declassandole da livello C (meno restrittivo) a quello D, «più favorevole all’impresa», evidenzia il gip di Catanzaro.

Piazza Bilotti nel giorno dell’inaugurazione, 17 dicembre 2016 (foto Guardia di Finanza)

Questa modifica consente a Gianluca Guarnaccia, ingegnere e direttore di cantiere di piazza Bilotti, di ottenere dal laboratorio di Catanzaro un certificato con esito positivo, datato 27 dicembre ed emesso a Catanzaro, ma ottenuto il 28 dicembre 2016. Nel documento si attestava il totale e completo ripristino delle discontinuità riscontrate sulle travi, «sebbene dall’attività intercettiva risulti che l’opera dei saldatori era ancora in corso, almeno sino al 30 dicembre 2016, come era noto a tutti i protagonisti della vicenda». 

Il Comune di Cosenza paga SI.GE.A

«Solo una volta risolto il problema certificato, il sindaco Mario Occhiuto dava disposizioni alla ragioneria comunale in ordine al pagamento del SAL presentato dalla SI.GE.A. in data 7 dicembre 2016, che partiva dalle casse comunali il 28 dicembre 2016» afferma il gip di Catanzaro

Il Pd: «Avevamo denunciato in tempi non sospetti»

«Lo stesso escamotage consentiva l’emissione del certificato di collaudo nel quale parimenti veniva falsamente rappresentato che i controlli sulle saldature delle travi avevano avuto esito positivo. Devono dunque ritenersi sussistenti i gravi indizi di dei reati di falso contestati: quanto rappresentato sia nella relazione a struttura ultimata, comprensiva degli allegati, sia nel certificato di collaudo in ordine all’esito del controllo sulle travi sovrastanti la zona museale, non corrisponde al vero, posto che negli stessi non si è dato atto dei difetti riscontrati sulle travi e del fatto che i lavori di ripristino delle saldature non fossero ancora stati portati a termine» conclude il gip Gabriella Logozzo.

La pericolosità di piazza Bilotti

Per capire cosa sia avvenuto negli ultimi giorni del mese di dicembre del 2016, basta leggere le intercettazioni tra Guarnaccia e Tucci, proprio sulle travi difettose. Il direttore del cantiere di piazza Bilotti spiega all’ingegnere di essere in attesa di Antonino Alvaro, collaudatore, «per firmare il collaudo», spiegando in un secondo momento che gli operai stavano saldando le travi. Dice Tucci: «E quindi era una porcheria sta saldatura non ho capito?», risponde Guarnaccia: «Diciamo che faceva alquanto schifo e la stiamo ripristinando tutta, per non sapere né leggere né scrivere la stiamo rifacendo completamente tutta quanta».

Questa conversazione risale al 29 dicembre 2016, 12 giorni dopo l’inaugurazione. E torniamo, dunque, alla domanda iniziale: se piazza Bilotti non poteva essere aperta al pubblico, se la precedente saldatura delle travi, nella zona in cui veniva montato il palco, faceva schifo, e secondo la Dda era «a rischio crollo», per quale motivo ci sono voluti 1224 giorni per sequestrarla? Eppure, un mese dopo, sempre la Dda di Catanzaro fa scattare l’operazione “Cinque Lustri”, gennaio 2017, arrestando Giorgio Ottavio Barbieri, mentre a dicembre del 2018, l’ufficio di Nicola Gratteri, disinnesca Mario Oliverio, Giorgio Ottavio Barbieri, Francesco Tucci e Gianluca Guarnaccia, indagati nell’inchiesta “Lande Desolate”. Per adesso è un mistero, ma cercheremo di saperne di più.

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