Il piano Covid che non c’era e invece… c’è. Il mistero Cotticelli s’infittisce
Titolo: “Il mistero del piano operativo”, un film surreale che sarebbe piaciuto a Buñuel, regia autori vari. Surreale perché, dopo la candida ammissione dell’ormai ex commissario Cotticelli, la strigliata registrata dalle telecamere della sub-commissaria Maria Crocco, la silurata del premier Conte via Twitter contro i due ormai già con grucce e borsoni in macchina, spuntano
Titolo: “Il mistero del piano operativo”, un film surreale che sarebbe piaciuto a Buñuel, regia autori vari. Surreale perché, dopo la candida ammissione dell’ormai ex commissario Cotticelli, la strigliata registrata dalle telecamere della sub-commissaria Maria Crocco, la silurata del premier Conte via Twitter contro i due ormai già con grucce e borsoni in macchina, spuntano fuori dal sito della Regione Calabria, una serie di documenti che assomigliano a un piano, almeno ne hanno tutta l’aria.
Parliamo del famoso piano operativo che Cotticelli, il generale dei carabinieri in pensione con la passione delle lenti da vista in stile Roy Scheider ne “Lo Squalo”, avrebbe terminato di scrivere tra una settimana.
Cerchiamo di capire meglio, (ma non è semplice, perché la trama a questo punto è talmente intricata e ricca di colpi di scena, che farebbe fatica a raccapezzarsi anche un autore navigato).
Il piano c’era o ci sarà?
Ieri, in un’intervista televisiva tanto drammatica quanto comica, Cotticelli sembra accorgersi solo al momento che, in quanto commissario ad acta, avrebbe dovuto predisporre il piano organizzativo anti-Covid e trasmetterlo al Ministero per sbloccare questi 51 milioni e passa di euro e permettere l’aumento dei posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva.
«Lo dovevo fare io – confessa – lo finirò la settimana prossima» conclude Cotticelli.
Sul sito della Regione Calabria, però, il piano operativo sembra ci sia già, ed è datato 29 luglio 2020, ha anche una rettifica successiva e porta la firma sia di Cotticelli che della Crocco.
Si legge:
VISTO
il Decreto del Commissario ad acta n. 91 del 18 giugno 2020, con il quale si è provveduto ad approvare il “Documento di riordino della Rete Ospedaliera in Emergenza Covid-19 ” di cui all’allegato “A” che ne costituisce parte integrante e sostanziale.
DECRETA DI PRENDERE ATTO
delle rettifiche effettuate al DCA n. 91 del 18 giugno 2020 relativamente all’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro e all’Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria nonché alla tabella riepilogativa regionale relativa ai posti letto di terapia semintensiva, di cui all’allegato “A” al presente provvedimento che ne costituisce parte integrante e sostanziale.
Cos’è questo documento, è forse il famoso piano? È solo una prova, un appunto, una copia, la brutta prima della bella? Eppure le cifre ci sono, le indicazioni anche.
Oggi Nino Spirlì, in consiglio regionale, stavolta informato sul caso delle terapie intensive (qualche giorno fa aveva detto in diretta su La7 che era ignorante in materia), dice: «Il 15 giugno scorso, il Ministero della Sanità conferma al Generale Cotticelli la sua competenza (a redigere il piano operativo n.d.r.) e il 18 giugno 2020 il commissario approva il documento di riordino della rete ospedaliera per l’emergenza Covid col quale obbliga i commissari delle Aziende sanitarie provinciali e delle Aziende ospedaliere ad attuarne il contenuto».
L’autosmentita
Insomma il piano c’era, c’è, non ci sarà in futuro perché già esiste. Ma perché Cotticelli ha ammesso in tv che non l’aveva ancora fatto? E soprattutto perché oggi, a dimissioni presentate, all’improvviso dice: il piano Covid c’era.
Amnesia? Incomprensione? Ansia da microfono? Svista? Maria?