martedì,Ottobre 15 2024

Metro Cosenza-Rende, Ferrara: «Che fine faranno i 160 milioni di euro?»

L'eurodeputata Laura Ferrara (M5S) torna sulla questione della Metro Cosenza-Rende-Unical, interpellando la commissione europea.

Metro Cosenza-Rende, Ferrara: «Che fine faranno i 160 milioni di euro?»

«Ancora oggi non si hanno notizie ufficiali circa la scelta di proseguire l’iter progettuale o l’opzione di realizzare piani alternativi alla Metrotranvia Cosenza-Rende». L’eurodeputata Laura Ferrara ritorna sul  Sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria chiedendo informazioni alla Commissione europea.

«Lo scorso maggio davo notizia, in seguita alla risposta della Commissione europea alla mia ennesima interrogazione circa i ritardi sul progetto della cosiddetta metro leggera, della volontà dell’autorità di gestione del Por Calabria di ritirare il grande progetto metrotranvia Cosenza-Rende-Università della Calabria. Volontà comunicata dalla stessa AdG alla Commissione europea ma non definitiva». 

«Ancora oggi – continua Ferrara –  non siamo a conoscenza del destino della dote finanziaria, circa 160 milioni di euro, messa a disposizione per la realizzazione del progetto stesso. Ho lanciato diversi appelli alla Regione Calabria affinché questi fondi venissero dirottati all’acquisto di mezzi di collegamento alternativi e sostenibili, come i bus elettrici i quali servirebbero benissimo il tracciato previsto dal centro cittadino di Cosenza fino all’Università della Calabria».

«Inoltre vi è la possibilità di spostare le risorse dei Fondi strutturali, quindi anche le somme non spese per la metro, destinandole a tre priorità fondamentali per far fronte all’attuale emergenza e alle relative ripercussioni economiche: la spesa sanitaria, il sostegno ai regimi di riduzione dell’orario lavorativo e il sostegno al capitale circolante delle piccole e medie imprese. Il rischio che si corre è quello di perdere il finanziamento». «Ci aspettavamo risposte più tempestive da parte della Regione e invece l’iter amministrativo e progettuale pare essere quello di sempre: immobile ed immutevole» conclude l’europarlamentare.

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