venerdì,Giugno 2 2023

Tallini, il business dei farmaci e le elezioni regionali del 2014

La Dda di Catanzaro ritiene che Mimmo Tallini abbia avuto un ruolo nel business dei farmaci. Tra le accuse anche quella di voto di scambio.

Tallini, il business dei farmaci e le elezioni regionali del 2014

Mimmo Tallini, attuale presidente del Consiglio Regionale della Calabria, arrestato oggi dai carabinieri, è accusato per fatti inerenti agli anni 2013 e 2014. Nel primo caso, la Dda di Catanzaro ritiene che, «pur non facendone parte» avrebbe concorso nella partecipazione della cosca Grande Aracri di Cutro, in quanto «in qualità di assessore regionale fino al 2014, e quindi, candidato alle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale del 2014, e successivamente quale consigliere regionale, forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione o il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione, con la consapevolezza circa i metodi e i fini dell’associazione stessa, promettendo e assicurando, in cambio del sostegno elettorale – promesso ed attuato da parte del sodalizio – la sua disponibilità nei confronti dell’organizzazione ‘ndrangheta». 

Il business dei farmaci e l’influenza di Tallini

Tra le presunte condotte illecite, la Dda di Catanzaro individua il fatto che Tallini sarebbe intervenuto presso gli uffici pubblici, «al fine di accelerare l’iter burocratico per il rilascio di necessarie autorizzazioni nella realizzazione del “Consorzio Farma Italia” e della società “Farmaeco srl”, che prevedeva la distribuzione dei cosiddetti “medicinali da banco” sul territorio nazionale», promuovendo «la nomina del responsabile del relativo ambito amministrativo regionale» e concorrendo «ad indurre, i soggetti preposti, a rilasciare la necessario documentazione amministrativa e certificazione». 

Il (presunto) reato di voto di scambio

Per i magistrati antimafia di Catanzaro, Mimmo Tallini sarebbe stato «consapevole del reimpiego di capitali illeciti, provenienti dal delitto associativo di stampo ’ndranghetistico» concorrendo «nei progetti commerciali inerenti la distribuzione dei farmaci» e imponendo l’assunzione del figlio Giuseppe nella struttura societaria della “Farmaeko srl”. Infine, Tallini avrebbe accettato i voti della cosca Grande Aratri di Cutro «in cambio della promessa di compiere in ambito politico amministrativo, azioni a vantaggio degli interessi economici del sodalizio», come aver fatto pesare il suo ruolo di assessore regionale, nel 2014, per favorire «la conclusione dell’iter amministrativo per il rilascio delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’attività del “Consorzio FARMAITALIA” riconducibile alla cosca Grande Aratri di Cutro». 

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