“Tela del Ragno”, la Cassazione conferma gli ergastoli (e 22 anni a Miceli)
Si chiude il processo "Tela del Ragno". La Cassazione conferma gli ergastoli ai boss del Tirreno cosentino. Ecco la sentenza definitiva.
La Suprema Corte di Cassazione nella serata di ieri ha confermato gli ergastoli agli esponenti della ‘ndrangheta, operanti nel Tirreno cosentino. SI tratta dell’inchiesta “Tela del Ragno”, coordinata all’epoca dall’ex procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla e condotta dai carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza.
“Tela del Ragno” doveva far emergere le responsabilità penali di boss e gregari che tra gli anni 70 e i primi inizi del 2000 avevano partecipato a una sanguinosa guerra di mafia, che aveva interessato esponenti di spicco della criminalità organizzata di Cosenza. Al centro dell’inchiesta, senza dubbio, vi era il delitto di Luciano Martello, ucciso a San Lucido dall’allora gruppo “Serpa-Bruni-Zingari”.
La Corte di Cassazione, dunque, ha confermato il “fine pena mai” per Giovanni Abruzzese, Mario Mazza, Gennaro Ditto, Giancarlo Gravina, Mario Martello, Valerio Salvatore Crivello, Nella Serpa (a cui la Cassazione ha annullato tre aggravanti che tuttavia non influiranno sulla rideterminazione della pena), Fabrizio Poddighe e Francesco Tundis. Confermate anche le condanne di Umile Miceli (22 anni), Giuliano Serpa (14 anni) e Vincenzo Dedato (11 anni). Assolto invece Guido Giacomino. Prosciolto, infine, Giuseppe Lo Piano, deceduto nei mesi precedenti. Nel collegio difensivo figurano, tra gli altri, gli avvocati Giorgia Greco, Marcello Manna, Antonio Quintieri, Giuseppe Bruno, Antonio Ingrosso e Paolo Pisani.