L’intercettazione risale a qualche mese fa, quando la procura di Paola, coordinata dal procuratore capo, Pierpaolo Bruni, aveva dato disposizione di ascoltare alcuni elementi rinchiusi in carcere. Nella captazione ascoltata dalla Guardia di Finanza, il detenuto, coinvolto nel processo “Tonno Rosso”, farebbe esplicito riferimento al capo della procura di Paola, già minacciato in altre due circostanze dalla criminalità organizzata, specialmente dopo l’inchiesta “Nuova Famiglia”. In quel caso, a parlare fu il collaboratore di giustizia, Ernesto Foggetti, il quale spiegò che il procuratore Bruni, all’epoca pm antimafia di Catanzaro, era mal digerito dal clan degli “zingari”.

Da “Tonno Rosso” agli appalti pubblici

Il soggetto in questione, secondo quanto apprende Cosenza Channel, sarebbe Franco Pinto, condannato di recente a 2 anni, 3 mesi e 10 giorni di carcere, per l’inchiesta “Tonno Rosso”. Tuttavia, l’uomo di Cetraro era stato coinvolto nel 2003 in un’altra indagine, questa volta antimafia, sempre coordinata dal magistrato, Pierpaolo Bruni, denominata “Tramontana“. In questa circostanza, invece, il detenuto (a colloquio con la moglie) mostrerebbe tutto il suo risentimento nei confronti del procuratore capo, originario di Crotone, che in questi anni ha condotto numerose indagini contro la pubblica amministrazione, smantellando la rete di “appalti pubblici” finiti nel mirino di un determinato “sistema” pronto a lucrare sulle spalle dei cittadini onesti.

Clima di tensione nel Tirreno cosentino

Queste minacce, dunque, sono la conferma del clima di tensione che si registra nel Tirreno cosentino da tanti mesi. Dalla pubblica amministrazione alla sanità privata, senza dimenticare, per l’appunto, l’inchiesta che ha scoperchiato l’assalto alle tonnare, avvenuto secondo la procura di Paola in maniera del tutto illegittima. Per questa inchiesta, inoltre, sono stati condannati in abbreviato anche Raffaele Mazzuca (2 anni pena sospesa) e Domenico Iorio (4 anni e 8 mesi), mentre Carmine Piemontese ha scelto il rito ordinario.

Tornando alle recenti minacce contro Bruni, la situazione è comunque sotto controllo. Il comitato di sicurezza monitora il corso degli eventi, in quanto a tutela del procuratore capo di Paola sono sempre garantite tutte le misure di sicurezza, al fine di proteggere la sua incolumità, visto che ricopre un ruolo molto delicato nel contrasto al malaffare e alla criminalità organizzata.